Il depuratore è sotto il sequestro della Magistratura, è sottopotenziato rispetto alla reale quantità da trattare e depurare, ma il canone va pagato per legge.
In pratica, finché non sarà spento e non si faranno più le manutenzioni è obbligatorio pagare. E Girgenti acque un minuto dopo il nascere della polemica portata avanti dall’utenza che ha, autonomamente, defalcato l’importo sulla bolletta relativo alla depurazione, ha fatto sapere che sull’impianto viene effettuata la manutenzione. E il tanto basta e avanza nell’Isola più bella e, nello stesso tempo, più mal governata al mondo.
Inutile è, dunque, aspettare le analisi delle acque in uscita dall’impianto che dovrà effettuare l’Arpa su richiesta dell’amministrazione comunale. Pagare il prima possibile è la scelta obbligatoria per evitare di essere sottoposti ad ulteriori spese. Inverosimile, ma così è se vi pare di pirandelliana memoria.
In pratica, abbiamo una automobile che ha il motore “acciaccato” e non ci porta da nessuna parte, ma sulla stessa facciamo un minimo di manutenzione, la puliamo, la lucidiamo, mentre ci spostiamo a piedi. Il fatto di fare la manutenzione ci obbliga a pagare le tasse di proprietà, l’assicurazione e tutte le spese come se fosse perfettamente funzionante.
Paghiamo e inquiniamo. Il depuratore trattiene le parti solite, il resto scende a valle e arriva nel nostro mare.
Ora Girgenti acque non ha alcuna colpa, ché aspetta il via libera per realizzare un nuovo depuratore per Favara, Villaggio Mosè e una parte della zona balneare di Agrigento.
Girgenti acque aspetta, i cittadini aspettano, chi perde tempo è la politica e i politici votati dagli stessi cittadini che pagano senza una reale contropartita.