SI è costituito il comitato spontaneo per affrontare e risolvere le diverse contraddizioni sorte con l’applicazione del rito delle esequie, che ha riportato, dopo circa quaranta anni, le celebrazioni dei funerali nelle parrocchie di appartenenza dei defunti.
Noi lo abbiamo chiamato comitato “pro manu o mortu” in realtà chi lo ha costituito non ha pensato ancora come denominarlo. Certamente, il “pro” ci sta, ché non è contrario a nessuno.
“Non siamo – a parlare è il dottore Giuseppe Veneziano, ideatore del progetto – contrari al sindaco e nemmeno all’arciprete, ma estremamente favorevoli alla chiarezza dei comportamenti”.
Si vuole chiarezza sulla lotta tra neri in una notte senza Luna generata dagli effetti del nuovo rito delle esequie e dall’ordinanza del sindaco.
In particolare, i parroci vietano l’esternazione delle condoglianze all’interno delle chiese, il sindaco fuori dalle stesse. Parenti e amici dei familiari del defunto possono, esclusivamente, all’interno del cimitero rappresentare la loro vicinanza al dolore per la cara perdita.
Il divieto fuori della chiesa è dovuto, secondo l’ordinanza, per ragioni di ordine pubblico.
Nell’incontro odierno, il primo, il comitato ha deciso di chiedere l’annullamento del divieto all’esternazione delle condoglianze fuori della chiesa. Si è deciso, inoltre, di chiedere all’arciprete, in casi eccezionali come durante la pioggia, di dare la possibilità di soffermarsi all’interno del luogo sacro e di non consentire la celebrazione di diversi funerali nelle varie parrocchie nello stesso orario dello stesso giorno.
Il comitato ha rinviato l’incontro al prossimo nove marzo, quando saranno invitati a parteciparvi il sindaco Manganella e l’arciprete, don Mimmo Zambito.
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