Ieri abbiamo pubblicato le diverse opinioni di chi si dice favorevole e di altri che si dicono contrari al dissesto. I contrari gridano l’allarme per la tenuta occupazionale dei precari e sull’aumento delle tasse comunali. I favorevoli sottolineano che in un caso o nell’altro, cioè sia con il ripianamento del debito che con la dichiarazione del dissesto, gli effetti sono identici.
Gli uni e gli altri ne parlano come se il dissesto fosse una scelta. Ma è davvero così?
Anna Alba può riproporre il ripianamento del debito e scongiurare il dissesto finanziario. Non può, comunque, decidere da sola. E’ il dirigente delle Finanze del Comune a verificare e ad attestare la situazione finanziaria dell’Ente. La politica può dialogare con il dirigente e invitarlo a cercare diverse e terze soluzioni, ma non può sostituirsi al burocrate. In nessun caso, il sindaco può chiedere il ripianamento o il dissesto senza gli opportuni e vincolanti pareri del funzionario comunale. E il dirigente non può fare testa croce sulla scelta della soluzione. Il dissesto prima di dichiararlo deve esserci, non potendosi inventare o nascondere.
Per capirlo io stesso mi aiuto con un esempio su un campo assolutamente diverso dal finanziario, ma pur sempre tecnico. Il sindaco ordina lo sgombero di locali non idonei ad essere abitati. Ovviamente, il primo cittadino non ha le competenze tecniche per decidere sullo sgombero, ché sono dei tecnici comunali, e, nello stesso tempo, non può rifiutarsi di dare seguito alle valutazione dei funzionari dell’Utc.
Ora, questo benedetto dissesto deve avere un fondamento tecnico. In altre parole, o c’è o non c’è.
A questo punto, non si farebbe prima ad ascoltare direttamente il parere dei responsabili comunali e dei Revisori del conto? Ce lo dicessero loro se siamo falliti o se ancora possiamo provare a scongiurare la dichiarazione di dissesto.
Anche perché perdere tempo si traduce per la collettività in buttare denaro pubblico dalla finestra. Mi permetto di ricordare che da quando si è iniziata la particolare polemica, praticamente in due anni, il debito di Favara è aumentato di circa 4milioni di euro.
Ciò che voglio dire, considerato che il morto è parente di tutti, è che se proprio dobbiamo innamorarci di una soluzione, innamoriamoci di una prospettiva che abbia fondamento. Se il dissesto è evitabile, bisogna scongiurarlo, se il dissesto è conclamato non possiamo nasconderlo e strumentalizzarlo. I cittadini saranno chiamati a fare ulteriori sacrifici ed è giusto che fin da adesso abbiano almeno la dovuta chiarezza.