Oggi giornata di silenzio, di riflessione, anche se le sollecitazioni continuano a correre via via sms. Dopo i fiumi di parole, gli impegni, le promesse, più o meno praticabili, sulla campagna elettorale cala il sipario. Dunque ci siamo: domani e lunedì si andrà alle urne per designare il nuovo parlamento. Si voterà per la Camera e per il Senato. E sarà proprio la composizione di Palazzo Madama il piatto forte per la Sicilia, dove le coalizioni si giocano una partita importante per ottenere la maggioranza. I seggi vengono attributi infatti su scala regionale. Quelli assegnati all'isola sono 25: 14 andranno allo schieramento che guadagnerà il premio di maggioranza, gli altri 11 verranno ripartiti con il sistema proporzionale alle liste di opposizione. Secondo la legge elettorale, le coalizioni devono superare la soglia del 20%, le liste in coalizione la soglia del 3, mentre quelle non coalizzate, come ad esempio, Movimento, 5 Stelle, Lista Ingroia, devono superare la soglia dell’8% dei voti validi.
Per Montecitorio discorso diverso: l'assegnazione dei seggi è su base nazionale. Per essere presenti alla Camera dei deputati sarà necessario, secondo il “Porcellum”, superare la soglia del 4 percento per le liste che viaggiano autonomamente, i partiti che fanno parte invece di una coalizione che vanno oltre il 10 percento sono ammessi alla riparto se superano il 2%. La Sicilia invierà a Roma 52 deputati. E in corsa ci sono numerosi agrigentini. Nella legislatura appena terminata erano 8.
Cinque i candidai premier ufficialmente in corsa, anche se va subito detto che non c'è elezione diretta. La sfida è tra il premier uscente Mario Monti, Pier Luigi Bresani, Antonio Ingroia, Oscar Giannino e poi c’è il capo della colazione del centro destra Silvio Berlusconi, l'inquilino numero uno di Palazzo Chigi in caso di successo dovrebbe essere l'agrigentino Angelino Alfano, e Beppe Grippo del Movimento Cinque Stelle.
E ora le istruzioni: ecco come si vota:
SCHEDA ROSA per la Camera dei Deputati: basta avere 18 anni.
SCHEDA GIALLA per il Senato della Repubblica: qui servono 25 anni.
L'elettore esprime il voto tracciando un segno (una X o un semplice tratto) solo sul contrassegno della lista prescelta. Non è possibile manifestare voto di preferenza. La lista di candidati è, infatti, bloccata, cioè i nominativi sono presentati in un ordine prestabilito al momento del deposito della lista stessa. Anche nel caso di liste collegate in coalizione, il segno va sempre posto solo sul contrassegno della lista che si vuole votare e non sull'intera coalizione.