La dottoressa Carmelina Russello, dirigente del settore finanze del Comune di Favara nella sua relazione che accompagna la proposta di deliberazione del Rendiconto di gestione anno 2015, non cita mai la fatidica parola diventata ormai un tabù. Ci gira intorno, fa richiami a leggi, articoli e commi, circolari e decreti. Insomma anche la responsabile delle finanze del Comune di Favara sembra avere paura a pronunciare quel sostantivo, usa un burocratese che come il politichese invece di fare chiarezza, crea disorientamento e a volte libere interpretazioni.
Nel concludere la sua nota, inviata al presidente del Consiglio comunale, al sindaco, al suo vice, all’assessore alle finanze e a tutta la Giunta, oltre che al segretario generale e al collegio dei revisori contabili, la dottoressa Russello scrive: “Si ritiene, pertanto, che ricorrono i presupporti di cui all’art. 244 del TUEL, constata l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi programmati nel Piano di riequilibrio finanziario pluriennale , approvato dall’Ente con deliberazione di Consiglio comunale n. 83 del 14/06/2015”. Noi che non usiamo ne politichese ne tantomeno burocratese, e come giornalisti andiamo dritti al nocciolo della questione e nei primi tre righi dell’articolo dobbiamo già dire tutto, ve lo comunichiamo a malincuore, subito e in maniera disarmante nella sua semplicità: il Comune è in dissesto finanziario. Il famigerato art. 244 del TUEL recita: “Si ha stato di dissesto finanziario se l’Ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’Ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalità di cui all’articolo 193, nonché con le modalità di cui all’articolo 194 per le fattispecie ivi previste”.
Leggendo e rileggendo tutto quello che la dottoressa Russello ha scritto, compresi articoli, commi e decreti, il dissesto appare non come una volontà politica della nuova amministrazione a guida pentastellata con la portavoce sindaca Anna Alba, ma appare come una semplice, per non dire banale e formale presa d’atto del fallimento dell’Ente, sviluppatosi negli ultimi cinque anni e concretizzatosi con il consuntivo 2015 con un aumento del disavanzo di amministrazione di oltre 2,8 milioni di euro. A decretare il dissesto quindi è direttamente la dirigente del settore Finanze, la stessa che negli anni precedenti aveva redatto il Piano di riequilibrio, insieme alla giunta Manganella, predisponendo quelli che dovevano essere i punti di intervento per ripianare il debito milionario, misure che come scrive “a tutt’oggi non sono state conseguite misure strutturali da riequilibrio tali da far prevedere risparmi consistenti di spesa o ottimizzazione della riscossione idonee a superare la grave situazione finanziaria dell’Ente”.
La dottoressa Russello afferma nella sua relazione che “l’attuale spesa corrente e la previsione delle entrate da inserire nel redigendo bilancio di previsione 2016/2018 non garantiscono gli equilibri di bilancio per molteplici cause tra cui la capacità di riscossione dell’Ente dell’ultimo quinquennio che ha evidenziato previsioni di entrata corrente, pur complessivamente attendibili e congrue, ma con importi introitati di gran lunga inferiori alle previsioni”. A ciò si aggiungono “ulteriori debiti fuori bilancio” e maggiori costi tra i quali quelli del conferimento in discarica dei rifiuti non previsti dal piano finanziario Tari. E sempre a proposito di entrate inserite nel Piano ma non realizzabili. “Il contenzioso con la società Aipa in ragione del quale è imprescindibile considerare di dubbia riscossione i ruoli Tarsi degli anni 2005/2011, iscritti al bilancio del Comune”. E, piovendo sul bagnato, nella sua nota la dottoressa Russello evidenzia che “esistono inoltre numerose fatture, decreti ingiuntivi, atti di precetto e pignoramento dovuti a mancati pagamenti a cui l’Ente non può e non ha potuto far fronte per carenza di liquidità, che producono interessi aumentando la massa debitoria dell’Ente”.
In ragione di ciò, come già più volte detto dall’assessore Maida “molti dei punti richiesta a chiarimento da parte della Corte dei conti non potranno avere riscontro favorevole”. Da qui l’articolo 244 del TUEL. Constatato che dal punto di vista burocratico tecnico e contabile il dissesto è servito, la precedente amministrazione comunale del sindaco Rosario Manganella e l’allora Consiglio comunale dovranno farsene una ragione, mentre la sindaca Anna Alba la sua amministrazione pentastellata, e la sua maggioranza consiliare (magari in condivisione con la minoranza) preso atto del dissesto, dovranno vedere come proseguire in questo cammino e come guidare il Comune in questa nuova, particolare e drammatica situazione.