Il dissesto, lo avevamo tra l’altro anticipato, nella seduta di ieri del Consiglio comunale è stato sancito, noi avevamo in precedenza utilizzato il termine “servito”, ma è la stessa cosa.
Adesso il giudizio sulla particolare scelta è affidata a quel galantuomo del tempo. La posta in gioco è alta e non c’è neppure bisogno di sottolinearlo.
Il dissesto lo ha accertato e verificato la burocrazia, la politica, dal canto suo, lo ha accettato senza provare altre strade suggerite dall’opposizione. Ha fatto bene? E’ davvero il male minore? E’ una scelta obbligata? Sono domande alle quale risponderà, dicevo, il tempo. Mentre è di significativa importanza non perdere di vista che tutto cade sulle spalle dei cittadini.
Il delicato momento ha portato il collega Giuseppe Moscato, per la sua professionalità, a fare la cronaca dei fatti, quando trattandosi di politica e non di nera, di solito il giornalista inserisce le proprie riflessioni. Nessun commento sui consiglieri che abbandonano l’aula; sui suggeritori, più o meno velati, di strategie o di dichiazioni; ma anche sulla conduzione dei lavori consiliari. Nulla! E questo vuole essere il nostro contributo nella fase iniziale di un nuovo percorso politico, dagli incerti esiti. Dopodiché è chiaro che ognuno di noi è chiamato a fare il proprio mestiere. E in politica, ripeto, le riflessioni del giornalista completano la cronaca dei fatti.
Partiamo tutti dal dissesto, anche noi. E inevitabilmente faremo sempre costantemente riferimento al 21 settembre 2016.
Il morto è parente di tutti, stampa, deputati locali, partiti politici, associazioni, imprenditori, singoli cittadini.
I danni devono essere contenuti, nessuno dovrà essere lasciato indietro, questa è la grande scommessa e l’impegno deve essere proporzionato alla grandezza del problema.