Il Collegio dei Revisori dei conti del Comune di Favara è già al lavoro per predisporre la sua relazione sulla dichiarazione di Dissesto finanziario proposto dalla Giunta della sindaca Anna Alba con propria deliberata. Relazione che deve essere dettagliata in ogni sua parte e che deve analizzare le risultanze contabili dell’Ente e le motivazioni che hanno indotto l’Amministrazione comunale a deliberare il tale direzione. Proprio perché sarà un elaborato molto circostanziato e preciso potrebbe richiedere molto tempo, per cui potremmo restate, per così dire, nel “Limbo” ancora per diversi giorni se non proprio per qualche mese. Anche perché una volta pronta, la relazione dei Revisori dei conti dovrà essere inviata al Consiglio comunale che avrà necessità di studiarla, capire ogni particolare poiché l’atto ufficiale di Dissesto finanziario dovrà essere votato e approvato proprio dei Consiglieri comunali.
La dichiarazione di dissesto finanziario deve valutare anche le cause che lo hanno determinato. La deliberazione non è revocabile e deve essere trasmessa, accompagnata dalla dettagliata relazione dell’organo di revisione che ha analizzato le cause che hanno provocato il dissesto, entro 5 giorni dalla data di esecutività, al Ministero dell’Interno ed alla Procura regionale presso la Corte dei Conti competente per territorio. La deliberazione è pubblicata per estratto nella Gazzetta Ufficiale unitamente al decreto del Presidente della Repubblica di nomina dell’organo straordinario di liquidazione che è composto da una commissione di tre membri. Possono essere nominati magistrati a riposo della Corte dei Conti, della Magistratura ordinaria, del Consiglio di Stato; funzionari degli uffici centrali o periferici del Ministero dell’Interno, del Ministero del Tesoro del Bilancio e della programmazione economica; i Segretari ed i Ragionieri comunali e provinciali particolarmente esperti, anche in quiescenza; gli iscritti nel registro dei Revisori contabili, gli iscritti nell’albo dei Dottori commercialisti e gli iscritti nell’albo dei Ragionieri.
Insomma la procedura non è semplice ed i tempi potrebbero essere abbastanza lunghi e molto probabilmente l’iter potrebbe non concludersi nel 2016 e andare ai primi mesi del prossimo anno. Nel frattempo? Nel mentre il Comune deve andare avanti poiché il dissesto di un Ente locale è una cosa ben diversa dal fallimento di un’impresa privata, in quanto non si può determinare l’estinzione dell’Ente proprio perché un Comune non può cessare di esistere come una semplice impresa, ma bisogna garantire la continuità amministrativa. Proprio per questo crediamo che comunque, una bozza di bilancio di previsione 2016 dovrà essere stilata, anche se non si può chiudere in pareggio, come dichiarato dalla dirigente del settore finanze e di conseguenza anche dalla Giunta comunale. Con la dichiarazione di dissesto e l’arrivo dei Commissari si avvia una procedura che crea di fatto una frattura netta. Tutto ciò che concerne il “pregresso” viene estrapolato dal bilancio comunale e trasferito alla gestione straordinaria che si occupa della liquidazione e che ha competenza su tutti i debiti correlati alla gestione entro il 31/12 dell’anno precedente a quello dell’ipotesi di dissesto. La Giunta comunale riparte, diciamo così, libera dai debiti.
Ma cosa accade dal punto di vista pratico con la dichiarazione ufficiale di Dissesto. Siamo andati a sbirciare di Internet e sull’infinita fonte di notizie che è Google, estrapolando le normative generali e analizzando casi analoghi a Favara.
Come dicevamo nel momento in cui viene dichiarato il dissesto, sindaco, giunta e consiglio restano in carica ma vengono coadiuvati dalla terna di Commissari che si occuperanno del pregresso, mentre l’Amministrazione gestisce il bilancio “risanato”. Al Comune, comunque, viene imposto di “contribuire” al risanamento attraverso l’adozione di provvedimenti eccezionali. L’Ente dissestato è tenuto ad approvare un nuovo bilancio, basato principalmente sull’elevazione delle proprie entrate al livello massimo consentito dalla legge, vale a dire che tutte le tasse comunali (Imu, addizionali, servizi etc.) saranno aumentate il più possibile fino ad arrivare al tetto massimo consentito dalla legge. Mettere in atto tutte le azioni volte al contrasto all’evasione e al contenimento di tutte le spese, anche quelle per il personale. La legge prevede che gli impiegati comunali devono essere nella misura di 1 su 93, pertanto se scaturiranno esuberi, il personale verrà posto in mobilità. Cosa che per fortuna non sarà contemplata in qaunto il Comune di Favara risulta, per il personale di ruolo, sottorganico. Pessime notizie anche per i precari. La spesa per il personale a tempo determinato deve essere ridotta a non oltre il 50% della spesa media sostenuta a tale titolo per l’ultimo triennio antecedente l’anno cui l’ipotesi si riferisce. Su tale settore più volte è stato detto che la Regione, come successo per altri Comuni, dovrebbe attivare uno speciale fondo che serve per coprire tali spese. Il comune è altresì tenuto a contribuire all’onere della liquidazione in particolare con l’alienazione del patrimonio disponibile non strettamente necessario all’esercizio delle funzioni istituzionali.
La dichiarazione di dissesto produce anche effetti che riguardano gli amministratori.
Le conseguenze sugli amministratori sono limitate a quelli che la Corte dei conti individuerà come i responsabili del dissesto nei cinque anni precedenti, imputando loro, se sussisteranno, danni per dolo o colpa grave. Gli amministratori così riconosciuti responsabili non possono ricoprire, per un periodo di 10 anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali o di rappresentante di tali enti presso istituzioni, organismi ed enti pubblici o privati. Questo solo se, valutate le circostanze e le cause che hanno determinato il dissesto, si accerti che questo è diretta conseguenza delle azioni od omissioni per le quali l’amministratore è stato riconosciuto responsabile.
Comunque vadano le cose, per l’amministrazione e per la cittadinanza si prospettano tempi tutt’altro che sereni. La dichiarazione di dissesto finanziario rappresenterebbe senza dubbio un punto di svolta, ma a pagarne il prezzo sarebbe ancora una volta la cittadinanza. Il crack dell’Ente produce una serie di effetti a catena, che in un certo senso paralizzano la vita stessa del Comune, soprattutto in ambito economico-finanziario e sociale.