Frenata di Bersani, accelerazione di Berlusconi, flop terzo polo, dominio Grillo. Questa la fotografia che viene fuori dopo il voto del 24 e 25 febbraio. L'Italia che esce dalle urne rischia seriamente di non potere esseve gorvernata. Le due principali coalizioni, centro destra e centro sinistra, si ritrovano praticamente gomito a gomito. Nessuna delle due prevale in modo netto.
Chi l’ha fatto da padrone è invece il movimento Cinque Stelle diventato primo partito, anche in Sicilia.. I “grillini” hanno tagliato un traguardo straordinario: 34,5 per cento alla Camera in Sicilia occidentale. Un risultato clamoroso, ben al di sopra della media nazionale.
E la Sicilia è stata certamente generosa ancora con il Cavaliere. Silvio Berlusconi ha trionfato nell'Isola, conquistando 14 senatori grazie al meccanismo del premio di maggioranza. E si è ripreso quasi tutto il Sud. Una rimonta capalavoro quella messa atto dal leader del centro destra: iniziata nel salotto televisivo dei suoi due storici critici, Travaglio e Santoro, e scandita poi dall’arrivo in rossonero del calciatore Balotelli e del successo del suo Milan in Champions contro lo stratosferico Barcellona. E nel mezzo ha sfoderato l’arma micidiale che ha colpito la tasca degli italiani: la promessa di restituire l’Imu. Una resurrezione politica che ha dell’incredibile. Dal canto suo invece il centrosinistra, cullandosi forse sull’esito dei sondaggi favorevoli, si è un po’ addormentato in campagna elettorale. E per Bersani & company il risveglio è stato amaro rispetto al miele delle previsioni.
E veniamo al terzo polo: lista Monti, Udc e Fli. La coalizione centristi si lecca le ferite, esce dalle rune a bocca asciutta in Sicilia: i finiani scompaiono addirittura dal Parlamento
Chi continua a ritagliarsi un ruolo significativo è il partito del non voto. L'affluenza è stata di dieci punti più bassa rispetto alle precedenti Politiche (64 contro 74), pur non bissando il tracollo delle regionali.
Quanto alle liste territoriali, una pagina triste. Registriamo il 2 per cento del l’Mpa-Pds, partito di Raffaele Lombardo, che fino a pochi mesi fa dominava la scena politica, e il crollo di Grande Sud di Gianfranco Miccichè. Unica voice fuori dal coro il Megafono di Crocetta che ottiene il seggio pccupato da Beppe Lumia. Ma non decolle come nelle previsioni della vigilia.