“La tariffa di depurazione è legata alla presenza di un impianto attivo e funzionante, a prescindere dal livello di efficienza dello stesso.” Risponde così l’ufficio stampa di Girgenti Acque S.p.A. in merito alle iniziative poste in essere dall’amministrazione Comunale di Favara sulla richiesta di non far pagare il canone di depurazione ai cittadini favaresi per l’anno 2016 e di rimborsare le somme già pagate per gli anni 2011-2015. Lo scontro è iniziato a suon di riferimenti normativi citati dal Comune di Favara e dalla Società di gestione del servizio idrico integrato, ma che sono interpretate in maniera diametralmente opposta. La sindaca Anna Alba, unitamente a tutta l’Amministrazione comunale di Favara, spalleggiata dai cittadini e dalle associazioni di categoria, è convinta che il canone di depurazione non deve essere richiesto in quanto il depuratore, posto sotto sequestro dal Noe dei Carabinieri, non depura come dovrebbe, secondo le normative vigenti in materia. Non ipotesi ma certezze certificate dall’Arpa che nelle analisi eseguite, proprio per la mancata conforme depurazione, ha sanzionato la Girgenti acque e addirittura anche il Comune che proprio all’Agenzia regionale per l’ambiente aveva chiesto l’ispezione.
Che il canone non è dovuto lo dice anche la Corte Costituzionale, come evidenziato nel modello di richiesta del rimborso predisposto dal Comune di Favara in collaborazione con l’InterCoPa. “La Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità del D.Lgs 152/2006 nella parte in cui prevedevano che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione fosse dovuta agli utenti sprovvisti di impianti di depurazione o questi fossero temporaneamente inattivi”. Girgenti Acque non la pensa così e nella nota stampa tiene a puntualizzare che “il Gestore ha adempiuto al compito di predisporre soluzioni progettuali esecutive, oltre che mantenere il preesistente impianto depurativo, ereditato dai precedenti gestori (con i relativi oneri: energia, personale, smaltimento fanghi)”. In ragione di ciò precisa che “in ossequio alla normativa vigente (D. Lgs. 3/04/2006 n° 152 – Testo Unico in materia ambientale e D. M. 30/09/2009), se l’utenza è ubicata in una zona servita da un impianto di depurazione attivo, la relativa tariffa è dovuta in ogni caso, in quanto si ha un processo di depurazione e costi di gestione del servizio che devono essere coperti dalla tariffa”. Praticamente secondo Girgenti Acque “La debenza della tariffa di depurazione è legata alla presenza di un impianto attivo e funzionante, a prescindere dal livello di efficienza dello stesso. Il livello di efficienza dipende da altri fattori esterni alla gestione aziendale legati per lo più alle carenze strutturali degli impianti acquisiti dai precedenti gestori”.
Cosa che però non viene accettata dal Comune di Favara che fa leva oltre che a diverse sentenze della Corte Costituzionale, anche a tutte le verifiche, le ispezioni e il conseguente sequestro dell’impianto di depurazione di Favara da parte del NOE e della relazione dell’Arpa. Ribatte ancora Giurgenti Acque: “E’ l’Autorità d’ambito, ad aver deliberato la tariffa unica del Servizio idrico integrato, in forza di parametri tra cui non sono contemplati quelli della qualità dell’acqua e la qualità della depurazione. Si evidenzia che le decisioni inerenti il calcolo della tariffa in relazione anche agli aspetti tecnici ed economici della gestione, nonché il perimetro di applicazione della stessa fanno parte della competenza esclusiva del consorzio di Ambito Territoriale ottimale di Agrigento e che Girgenti Acque S.p.A. risulta al riguardo mero esecutore”. Intanto l’Amministrazione comunale di Favara è convinta della bontà della sua iniziativa ed oltre a chiedere ufficialmente l’eliminazione dalla bolletta del canone di depurazione invita i cittadini a presentare singolarmente la richiesta di rimborso del canone di depurazione per gli anni 2011-2015 al Giudice di Pace scaricando l’apposito modello dal sito del Comune, tramite un proprio legale ed anche mediante l’ausilio delle Associazioni dei Consumatori.