Si è riunito ieri sera il Consiglio comunale di Favara in seduta straordinaria e aperta sui temi dell’acqua, della depurazione e del rapporto con la società di gestione Girgenti acque Spa. Una riunione voluta dai consiglieri di opposizione e che ha coinvolto alcune associazioni di consumatori, comitati civici, esponenti di partiti politici e alcuni (sempre pochi purtroppo) cittadini. Un modo, comunque, democratico per confrontarsi e per ribadire le proprie posizioni (molte non si sono spostate di un millimetro), ma che non ha però portato ad una mozione ufficiale, un indirizzo su cui agire, in quanto non è stato votato alcun atto.
Tra gli interventi registriamo quello di Livio Sutera Sardo dell’Adoc. “Ci sono due strade da intraprendere, la prima la rescissione del contatto per gravi inadempienze di Girgenti acque. La seconda per colpire la società di gestione nella parte economica m non solo con la richiesta di risarcimento del canone di depurazione Non tutti i cittadini sono propensi a fare ricorso per il rimborso poichè comporta delle spese – secondo Livio Sutera Sardo – bisogna fare una battaglia più forte per i contatori che non sono adatti e hanno una misurazione falsata non a turbina come li mettono ma a mulinello. Infine ha ribadito che l’Adoc ritiene illegittimo che la Girgenti acque chieda un nuovo contratto e minaccia gli utenti di tagliare fornitura di acqua e fogna”. Gaetano Milioto di Prometeo Ius: “Se le cose vanno bene non c’è alcun bisogno di una protesta. Se abbiamo chiesto un consiglio aperto vuol dire che ci sono problemi per i quali vogliamo che intervenga l’amministrazione comunale. La nostra battaglia è contro questi contatori che misurano aria e il depuratore che non depura. Ma la richiesta di rimborso deve essere fatta dal Sindaco e non dal singolo cittadino, come è successo quando il Sindaco di allora ha ceduto il servizio senza chiedere ai cittadini. Come comitato cittadino – ha concluso – chiederemo una riunione di tutti i sindaci per svolgere una azione comune”.
Linda Bellomo avvocato: “Si debbono tutelare i diritti dei cittadini ma i cittadini non debbono essere soli, e chiedono che ci sia un interesse diffuso e sia il Comune in prima persona a fare causa. Non possono essere lasciati soli a fare una richiesta di rimborso singola ma ci vuole una azione congiunta e ufficiale da parte dell’ente pubblico”. Antonio Palumbo Segretario provinciale di Rifondazione Comunista. “E’ necessario i coinvolgimento della Politica e supporto dell’Ati che debbono dare la copertura legislativa. Da punto di vista pratico bisogna far rispettare l’impegno preso sulle valvole di sfiato da istallare nei contatori da parte di Girgenti Acque cosa che ancora non fatto. C’è una disparità di trattamento anche tra cittadini vicini di casa uno a consumo con il contatore e altro forfettario”. Giuseppe Di Miceli di Adiconsum: “Il Comune si costituisca parte civile sulla vicenda del depuratore. Sulla richiesta di rimborso c’è un po’ di confusione. Il problema va sollevato presso l’Ati che darà direttive alla Società che deve rispettarle e se non lo fa si sanziona”.
Diversi i consiglieri comunali che hanno preso la parola. Rossana Castronovo: “Il rimborso sulla depurazione deve avvenire in automatico e con la tutela ufficiale da parte del Comunale. L’amministrazione comunale non può mandare il cittadino allo sbaraglio con l’aggravante che potrebbe essere chiamato a pagare le spese processuali in caso di rigetto della richiesta”. Carmelo Sanfratello ha fatto, dal proprio punto di vista, un escursus su Ato-Ati, Acqua pubblica e iniziative dirette fatte dall’Amministrazione comunale di Favara. “La richiesta della analisi al depuratore, la richiesta di rimborso e la diffida a non continuare a mettere in bolletta il canone di depurazione. Nessun sindaco e nessun Comune lo aveva mai fatto poiché molti dei dipendenti di Girgenti acque sono stati segnalati da loro”. Sergio Caramazza: “I presupposti della richiesta non sono fondati e sono stati superati da alcune sentenze della Corte Costituzionale, basta andare su Google per rendersene conto, per cui i cittadini così facendo potrebbero essere mandati allo sbaraglio”.
Interessanti anche gli interventi dei consiglieri Giudice, Castronovo, Nobile, Scalia, Caramazza per citarne alcuni. Lillo Attardo vice sindaco: “Noi abbiamo in cantiere una serie di diffide e stiamo provando a far sborsare un po’ di soldi alla Girgenti acque. Abbiamo chiesto il pagamento della Tosap per l’occupazione di suolo pubblico con le reti di distribuzione. Oltre alle azioni già fatte in contemporanea proporremo la rescissione del contratto all’Ati, se gli altri sindaci non ci seguiranno faremo da soli”. Forte, come sempre, l’intervento della consigliera Marilì Chiapparo. “La sindaca al punto 6 del suo programma elettorale prometteva “l’immediata rescissione del contratto per ripetute e innumerevoli inadempienze da parte del gestore, mantenga quanto promesso. E poi il nuovo depuratore è già finanziato dal Cipe ma oggi Girgenti acque non ha ancora fatto niente, nemmeno adeguato il vecchio e ci chiede di pagare. Sui contatori idrici fino a quando non vengono installate le valvole di sfiato, come si era impegnata Girgenti acque, bisogna fare pagare tutti a forfait e non a consumo in quanto questo non è veritiero per il passaggio d’aria. E rivolgendosi alla sindaca: “Ci ha invitati a collaborare ma le sue sono solo belle parole perché di fatto non ci coinvolge e dell’attività amministrativa ci tiene all’oscuro o comunque sappiamo sempre a cose fatte”.
La chiusura della riunione è toccata alla sindaca Anna Alba, quando già, purtroppo, i molti dei cittadini erano già tornati a casa. La sindaca ha ribadito con forza che “Favara è stato l’unico Comune in Provincia, tra quelli gestiti direttamente da Girgenti Acque, ad aver intrapreso questa strada di forte opposizione e che sarà ancora lunga e che vogliamo percorrere fino in fondo con o senza gli altri sindaci dell’ATI”.