Abbordano la motovedetta della Guardia Costiera che li aveva sanzionati e aggrediscono con bastoni i militari che erano a bordo. Protagonisti della vicenda due pescatori licatesi, già noti alle forze dell’ordine, Agostino Curella classe 1982 e Orazio Sortino classe 1988. I due nella serata di ieri sono stati arrestati dai i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Licata e dagli stessi militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo della Guardia Costiera di Licata. Per entrambi l’accusa è di violenza in concorso e resistenza a un Pubblico Ufficiale; dispersione di cose sequestrate; distruzione di materiale militare; ingresso arbitrario ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere.
In particolare, nella tarda mattinata di ieri, i due pescatori licatesi, a bordo di una lancia a motore di loro proprietà, venivano sottoposti a controllo amministrativo da parte del personale della locale Guardia Costiera operante a bordo della motovedetta “CP 771”, poiché, in violazione delle norme del Codice della Navigazione, avevano collocato una rete all’imboccatura del porto, in zona non consentita, che per tale ragione veniva prelevata e sottoposta a sequestro. Nella circostanza i due licatesi, al fine indurre il personale della motovedetta “CP 771” a desistere dal procedere al sequestro delle reti, dopo aver affiancato la motovedetta con la loro lancia a motore, vi salivano a bordo armati di bastoni, aggredendo con calci e spinte i Militari e danneggiando alcune componenti della motovedetta, per poi darsi alla fuga dopo aver sottratto ed asportato le reti poco prima sottoposte a sequestro. A questo punto intervenivano i militari dell’Arma del Nucleo Operativo e Radiomobile presso la banchina “Marinai d’Italia” del porto di Licata, ove, unitamente ai militari della Guardia Costiera bloccavano il Curella ed il Sortino, i quali, alla vista delle Forze dell’Ordine si disfacevano delle reti lanciandole in mare. A quel punto i due pescatori venivano fermati ed ammanettati e condotti presso la Caserma dei Carabinieri di Licata. Gli arrestati, espletate le formalità di rito, venivano accompagnati presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.