Ne abbiamo parlato ieri e ci torniamo, ché non è una notizia da nulla ciò che sta accadendo al Palasport.
Ci troviamo davanti ad un fenomeno che vede da una parte il governo della città, inteso come amministrazione e consiglio comunale, che in termini di miglioramento non ha prodotto nulla in favore dei cittadini e per gli immobili di proprietà del Comune, e dall’altra si assiste all’intervento di un imprenditore che da solo e per sua iniziativa sta realizzando lavori di manutenzione ad un immobile di proprietà pubblica.
Non solo. La manifestazione alla quale si sta lavorando farà di Favara una meta per migliaia di persone che arriveranno da tutta l’Isola.
Diciamo subito, che bene ha fatto Sasà Manganella, giunti alla distruzione di un immobile, a concedere all’imprenditore il Palasport per lo spettacolo musicale, incassandone in cambio la manutenzione del palazzetto. Ciò che lascia l’amaro in bocca è la comparazione tra la politica e il privato.
Ma com’è? Gli eroi della politica locale costano alla collettività milioni di euro in gettoni di presenza, indennità di carica e altro ed è poi un privato a tirarci fuori dal pantano?
E come se si avesse un amministratore di un condominio costosissimo e impreparato e i condomini, dissanguati dall’amministratore, fossero costretti al baratto per la manutenzione della cosa comune.
I privati hanno superato di gran lunga la politica. E così, nella promozione del centro storico le speranze sono alimentate dalle iniziative del notaio Bartoli e, adesso, il fenomeno si ripete con il Palasport.
Loro, i nostri eroi, cosa fanno?
Fanno le commissioni consiliari per stabilire quale è il sesso degli angeli, danno la colpa alla malasorte per i crolli delle vecchie abitazioni e si fanno vedere in Piazza Cavour, lasciata libera dal busto del barone Mendola, in attesa che altri “volontari” lo facciano ritornare sul suo monumento.
1 commento
Caro Direttore, sapessi quanto mi costa darti ragione,
“La colpa è della crisi!” è sempre il loro tormentone.
Purtroppo la mancanza di testa, serietà e fantasia
porta i nostri eroi verso un programma di lucida follia.
Aspettan che la crisi funesta vada via col vento
per far brillare le idee chiuse a chiave del loro talento.
Cari sindaco, assessori, consiglieri che pensate senza fiato
leggetevi qui sotto quanto affermava il più grande scienziato
forse e dico forse qualcosa riuscirete a metter nella testa
prima che la gente esasperata davvero vi faccia la benedetta festa.
==============================================
Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere “Superato”.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e da più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza.
L’inconveniente delle persone e delle Nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d’uscita.
Senza la crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c’è merito.
È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lieve brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo, invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa,
che è la tragedia di non voler lottare per superarla.
Albert Einstein.