Il favarese continua dignitosamente a scavare il suo zolfo, in passato dentro le miniere oggi cogliendo le poche occasioni che questa terra gli offre. Se non trova nulla, va a cercare le opportunità in altri territori. Così come gli zolfatai finito lo zolfo in una galleria, ne scavavano un’altra.
Ho incontrato i miei concittadini in Francia, in Germania, in Svizzera, nel Nord Italia, in particolare, in Lombardia, nel Veneto, nel Lazio, li ho visti bene inseriti, rispettati. Io orgoglioso di stare con loro. Da favarese sono andato nel Nord a farmi curare dai medici favaresi.
Penso che la caratterista predominante della mia gente sia il lavoro, non certamente il concetto e la visione di un popolo vocato alla mafia e al malaffare.
Noi cerchiamo e cogliamo le occasioni nel lavoro, non nella criminalità. Questo non esclude il fatto che come in qualsiasi altro territorio non ci sia la delinquenza nelle sue forme, ma non è questa a caratterizzarci.
Nel lavoro trova le ragioni l’attuale miracolo economico della città. Lo trova precisamente nel lavoro, nel coraggio e nelle grandi capacità dei commercianti. Come non essere orgogliosi della recente manifestazione del Capodanno in Piazza Cavour. Si continua a scavare e a tirare lo zolfo che c’è e, come in passato avveniva nelle gallerie delle miniere, non difetta la solidarietà. Ci aiutiamo e nessuno, se non per sua scelta, muore abbandonato.
Sono orgoglioso di essere favarese perché siamo capaci di arrivare primi, pur partendo da posizioni assolutamente svantaggiate. Sono orgoglioso perché nella mia città nessuno si sente solo.
Sono orgoglioso di essere favarese, specie, quando qualcuno prova a offenderci e a sporcarci.
Del resto, non ho motivo alcuno per nascondermi e per non gridare ai quattro venti: sono orgoglioso di essere favarese.