Accanto ai i cittadini c’è anche la Chiesa e il Governo della città. Un coro unanime e sinergico per dire no a Girgenti Acque, alla sua cattiva gestione del servizio, alle sue vessazioni, ai tagli indiscriminati di acqua e fogna e, per mirare più lontano, con la scissione del contratto e al ritorno della gestione pubblica dell’acqua.
Ieri sera, nel salone della Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, si sono ritrovati diversi cittadini convocati dall’associazione Prometeo ius per fare il punto della situazione dopo le diverse battaglie anche di piazza promosse, ma anche per programmare nuove azioni personali e collettive per difendersi da Girgenti Acque.
In questa occasione un ruolo attivo lo ha avuto anche la Chiesa, che non solo con don Marco ha messo a disposizione il salone per l’incontro, ma ha partecipato attivamente alla discussione facendo anche delle proposte e dicendo la propria. Assieme a don Marco anche all’arciprete don Giuseppe d’Oriente, mentre per il governo della città era presente il vicesindaco Lillo Attardo. Si è discusso di turni che in maniera sistematica si sono attestati a non meno di una settimana con punte anche di 12 e 15 giorni, del depuratore che non funziona, del fatto che i pochi cittadini che hanno il contatore ricevono più aria che acqua e anche dei tagli del servizio a chi non può permettersi di pagare la bolletta con l’aggravio anche del blocco della fogna.
Si sono aggiunti altri aspetti che se sposati dai sindaci dell’Ati, vero interlocutore di Girgenti Acque, potrebbero essere elementi importanti per arrivare alla recessione del contratto e alla cacciata di Girgenti Acque, chiesta da più parti. Tantissime le inadempienze contrattuali denunciate negli intervenuti con il primo luogo la fornitura di acqua all’intera città che non rispecchierebbe quelli che sono stati gli accordi contrattuali al momento della cessione delle reti da parte delle amministrazioni comunali. Uno di questi prevedeva, in regime forfettario e in attesa dell’installazione dei contatori h24, la fornitura di circa 190 metri cubi anno per utenza che, secondo Massimo Centineo da sempre impegnato in questo campo, è facile andare a controllare mettendo un contatore, questa volta a Girgenti acque, e andare a rimisurare l’acqua che il gestore immette nel serbatoio comunale per la successiva distribuzione ai cittadini.
Di unità e anche di collaborazione ha parlato la chiesa. L’attore principale di questa protesta e, comunque, di tutte le azioni da porre in essere nei confronti di Girgenti Acque, ha detto l’arciprete, deve essere il Comune e gli amministratori. I cittadini hanno dato la loro delega votandoli e quindi l’azione deve essere ufficiale, anche perché le singole battaglie dei cittadini molto spesso si perdono e non hanno la forza per poter contrastare il colosso Girgenti Acque. Ma i cittadini, ha evidenziato don Giuseppe, devono essere anche accanto alle istituzioni e partecipare attivamente a tutte quelle che possono essere le azioni da intraprendere.
Il vicesindaco Lillo Attardo ha spiegato che dall’amministrazione comunale, subito dopo l’insediamento, sono partiti delle azioni, prima di tutto per capire la situazione e poi per passare alle successive azioni di attacco. In primo piano la richiesta di controllo del funzionamento del depuratore da parte dell’Arpa e il successivo sequestro dell’impianto perché non funzionante. Da qui la richiesta di restituzione delle somme relative al pagamento della depurazione non effettuata e alla diffida a non inserire in bolletta per gli anni successivi.
Sul taglio della fogna proprio stamattina il sindaco ha inviato una nota al gestore, ricordando loro che “già nell’ultima riunione ATI, su nostra proposta, il gestore era stato diffidato da tutti i comuni a bloccare questa azione illegale già attuata in altri centri della nostra provincia”. Lillo Attardo ci comunica che “il sindaco vieta assolutamente alla società Girgenti Acque di effettuare qualsiasi distacco fognario nel nostro territorio. Ricordando che, tale azione andrebbe a violare uno dei presupposti principali per il quale la normativa classifica un edificio “agibile”, ossia: l’autorizzazione allo scarico fognario. Autorizzazione che i cittadini hanno già pagato nelle spese degli oneri di urbanizzazione”. Inoltre, essendo il sindaco il garante della salute dei suoi concittadini, si opporrà in tutti i modi ed in tutte le sedi, ad eventuali azioni di distacco fognario, in quanto le stesse verrebbero a determinare situazioni dì disagio sociale e rischio igienico sanitario. Tale problematica insieme a tante altre verrano discusse nella prossima riunione con l’ATI che si svolgerà il prossimo 17 gennaio.