Dal Vangelo secondo Marco In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore
Capita spesso che ci sentiamo come una barca in mezzo al mare agitato, temiamo di non raggiungere gli obbiettivi. Temiamo di perdere il lavoro, di non saper portare avanti il matrimonio, di non arrivare economicamente a fine mese, di non saper gestire i figli, le relazioni e tantissime altre situazioni che ci tolgono la speranza. Poi ci guardiamo attorno e ci accorgiamo che ci sono padri e madri di famiglia, giovani o bambini che muoiono a causa dei tumori, incidenti, guerre, fame, sfruttamento… Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Gesù sembra essersi addormentato nella nostra barca, perché non spunta nessun poter divino per liberarci e liberare il mondo dalle difficoltà. Ieri abbiamo ricordato la Shoah e in tutti questi anni si è parlato tanto del silenzio di Dio. Dov’era Dio quando il nazifascismo distruggeva il mondo ed eliminava i suoi abitanti? Dov’è Dio quando estremisti islamici uccidono donne e bambini? Dio è presente in coloro che riescono a salvare le vite e risolvere situazioni di morte. Quante volte anche noi abbiamo gridato per paura «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Il Signore ascolta il grido dei suoi figli ““Sion ha detto: “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”. Si dimentica forse una donna del suo bambino . . .? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, /io invece non ti dimenticherò mai” (Is 49, 14-15; cf. anche 54, 10).
Gesù non abbandona chi invoca il suo nome, mette a tacere mare e vento con la stessa potenza con cui scaccia i demoni. La sua Parola opera, produce liberazione, crea salvezza, ridona vita. È parola efficace. In Gesù si riconosce l’autorità di Dio. Chiediamoci piuttosto se ascoltiamo la sua Parola?
Alla luce della sua Parola, interroghiamoci sulle nostre paure, iniziamo col dare un nome alle paure che ci assalgono; e approfondiamo, affiniamo in modo da radicare la nostra fede, il nostro affidamento, la nostra fiducia, nel Signore per avere il suo sostegno. Gesù rimanda sempre alla nostra capacità di credere, la suscita, perché in ciascuno dimora qualche seme di fiducia, forse la speranza di potersi af-fidare, anche al di là della nostra consapevolezza. Alla donna “impaurita e tremante” dice poco dopo nel vangelo: “Figlia, la tua fede ti ha salvata” e al padre che lo supplicava: “Non temere, soltanto abbi fede!”.
In cambio della paura facciamoci invadere dalla gioia che viene dalla consapevolezza che il Signore non ci abbandona mai anche quando crediamo di affondare nel mare della vita.
Pace e bene
Fra Giuseppe Maggiore