Era prevedibile ed è successo.
Nel nostro territorio, in inverno arrivano le piogge. Con le piogge si rimpinguano le falde idriche e le sorgenti e si riempiono gli invasi. Per effetto delle ultime piogge, quasi tutti i serbatoi artificiali, da cui si attinge buona parte dell’acqua che viene erogata nei nostri paesi, hanno raggiunto la loro massima capienza.
Il lago Arancio, quello del Leone e di Gammauta hanno sfiorato; l’invaso del Castello è prossimo a raggiungere il livello di massima regolazione; le dighe Garcia, Prizzi e Fanaco hanno incrementato significativamente il loro livello idrico. Inoltre, i deflussi che continuano ad arrivare nei suddetti serbatoi superano i prelievi effettuati e di conseguenza, ove possibile, continuano ad incrementare la risorsa accumulata.
Questi eventi meteo, pertanto, hanno scongiurato la crisi idrica paventata ed enfatizzata dai soggetti gestori dell’acqua.
Nonostante non ci sia più carenza di risorsa negli invasi i cittadini sono sempre alle prese con l’emergenza dell’approvvigionamento idrico. I turni di erogazione rimangono immutati rispetto al periodo ante pioggia e non si hanno notizie di un ritorno allo “standard” nostrano.
Un approvvigionamento idrico “normale” e degno di un paese civile oramai si fa fatica anche a pensarlo.
In tale contesto forse bisognerebbe palesare la crisi del servizio di gestione del sistema idrico integrato anche al fine di poter fronteggiare efficacemente eventuali future crisi idriche causate da poca piovosità.