I sindaci dei Comuni coinvolti saranno chiamati ad eleggere tra loro il presidente del Consorzio. I consigli comunali eleggeranno il Consiglio, che sarà formato da meno componenti rispetto agli attuali consigli provinciali. Niente indennità di carica, ma solo rimborsi. La Sicilia è pronta allora a cambiare pagina. A porsi come apripista in Italia. Le Province hanno le ore contate. Sembrano ormai avere il destino segnato: lasceranno il posto ai Liberi Consorzi.
Dall’annuncio ai fatti. La fumata bianca dopo il vertice di questa sera tra il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e i capigruppo di maggioranza all’Ars. E subito dopo l’ok dei partiti della coalizione, la giunta di governo ha varato il disegno di legge di riforma delle Province. Queste le prossime tappe: domani si riunirà la commissione Affari istituzionali, presieduta da Marco Forzese, per esaminare il testo, dopodomani la seduta d’aula. La legge dovrà essere licenziata entro fine mese. Se non ci saranno le condizioni, è verosimile che sarà messo in piedi un testo per il rinvio delle elezioni previste a maggio e la conseguente nomina di commissari, in attesa poi dell'approvazione della riforma che spedirà definitivamente in archivio gli enti.
I Liberi Consorzi, previsti dallo Statuto della Regione, si occuperanno anche della gestione di alcune particolari materie, oggi affidate ad altri organismi. Come ad esempio l’Istituto autonomo case popolari , l’Ato Rifiuti e l’Ato Idrico. Mentre alcune delle attuali competenze delle Province, come l’edilizia scolastica, passeranno ai comuni.
4 commenti
Finalmente si cominciano a tagliare carrozzoni inutili, mangiasoldi senza reali competenze quindi meglio consorzi tra comuni con meno indennità , meno spartizioni e sottogoverni. Bisogna avere il coraggio reale di cambiare per costruire una società più snella, meritocratica e che prospetti una nuova possibilità di futuro per i giovani oggi senza speranza
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