Il disegno di legge c’è, ma non è detto che diventi legge. Lo dovrà dire nelle prossime ore l’Assemblea Regionale Siciliana. La proposta legislativa di abolire le Province da sostituire con i Liberi Consorzi di Comuni, messa a punto del governo Crocetta, incontra subito le prime resistenze. Anche da parte di uno degli alleati, l’Udc: il segretario regionale Giampiero D’Alia parla “di riforma burla”.
Poi ci sono sindacati che temono per il destino del personale. E il fronte del no abbraccia i sindaci, preoccupati per le consgeuenze finaziarie del trasferimento ai Comuni delle competenze degli enti soppressi.
E si sono già mobilitati gli amministratori provinciali. Giovanni Avanti, leader dell’Associazione dei Presidenti di Provincia, ha depositato in Commissionae all’Ars la sua contro riforma. Un testo che punta ancora sulla elezione degli organismi da parte del popolo, sulla rivisitazione delle competenze e sull’accorpamento di enti come Ato, Iacp e Consorzi di Bonifica.
E ieri sera in fermento pure il Consiglio provinciale di Agrigento. Ecco le razioni:
Ivan Paci PdL: “l’abolizione delle Province ha profili di incostituzionalità. Crocetta vuole decapitare la democrazia”.
Carmelo D’Angelo ha bollato “come altalenante la politica del Presidente della Regione che pur di mantenere la maggioranza fa a gara con i grillini a chi appare più rivoluzionario. Il risparmio che si avrebbe, ma è tutto da vedere, con l’abolizione delle Province è poco più di otto milioni di ero, ma i consorzi quanto verrebbero a costare?”.
Mario Lazzano Pdl: “Auspico una vera riforma delle Province siciliane e non la loro soppressione in quanto noi siamo stati eletti direttamente dal popolo e non dal posto occupato nella propria lista. Questa è democrazia partecipata e vogliono abolirla? E’ assurdo”.
Totò Scozzari Mpa: “Da un lato si cerca di chiudere le Province, però dall’altro si spinge per organizzare le Srr. Perché non si chiudono tutti i carrozzoni degli Ato? Sia dei rifiuti che idrico e si passa le loro competenze sotto il controllo della Provincia? Perché il Presidente Crocetta non dice apertamente quanto costa la Regione Sicilia?”
Maurizio Masone del Pd “Sarà senza ombra di smentita una fase di transizione lunga e non si hanno certezze che alla fine l’apparato sarà operativo. Le Province – ha sostenuto – sono delle strutture operative ben organizzate e smantellare questa organizzazione è come operare un salto nell’ignoto”.
A nome dell’amministrazione ha preso la parola l’assessore al Bilancio Piero Marchetta: “Ma siamo sicuri che questa assurda operazione politica finalizzata esclusivamente a dare un contentino ai grillini e far intendere all’opinione pubblica che si stanno operando forti risparmi ai costi della politica. A mio modesto parere la realtà che avremo fra qualche anno sarà peggiore di quella attuale, in quanto non si sa realmente, al di là dalle cifre che sbandiera il presidente Crocetta, quanto si andrebbe a risparmiare e soprattutto questo personale delle province dove andrebbe a lavorare? Nei comuni? Ma se questi ultimi non hanno i soldi per riparare una strada, come sperano di sostenere questo altro carico finanziario?”.
Davide Gentile: “Quanto sta accadendo è il frutto di dissennate politiche attuate in questi ultimi 30 anni. La vera rivoluzione da operare sarebbe la riduzione dei deputati sia nazionali che regionali e dei consiglieri comunali e provinciali oltre ad un nuovo modello di Senato. Questa è la vera rivoluzione non tagliare le province”.
Nino Spoto (Prc) “Sono molto critico su questa incresciosa pensata di Crocetta. L’Unione regionale delle Province siciliane aveva fatto una seria proposta per rimodulare l’organizzazione dell’ente provincia. Noi passiamo intere giornate in Provincia per cercare di risolvere i problemi che ci vengono segnalati dai nostri elettori con impegno e serietà”.
Roberto Gallo (La Destra) il quale ha sottolineato il concetto che “ le Province debbono essere rimodulate con maggiori competenze, quello che sta accadendo alla Regione è solo fumo negli occhi, perché nel concreto non si sa ancora l’esatto ammontare del risparmio, al di là delle cifre che spara l’on Crocetta. La sua proposta non regge in quanto i futuri consiglieri dei Consorzi avranno un non ben identificato rimborso. Ed allora dov’è il risparmio?”.
E rischia di finire nella storia della Provincia regionale di Agrigento. Totò Scozzari oggi è stato nominato assessore proprio nel giorno in cui l'Ars potrebbe decidere di abolire gli enti, approvando il disegno di legge varato dal governo Crocetta. Questione di ore insomma e si conoscerà il futuro delle Province. Il presente dice invece che un altro assessore approda nell'amministrazione guidata del presidente D'Orsi. Forse per una questione di opportunità sarebbe stato prudente aspettare gli sviluppi, capire la concreta volontà di sala d'Ercole. Ma ovviamente questi sono dettagli: come dire fin che non c'è il voto, la vita dell'ente continua. O può essere letta come una sorta di sfida?
Fatto sta che il capogruppo dell’ Mpa viene chiamato a fare parte della squadra di governo della Provincia. “Mi sento onorato per la fiducia che il presidente mi accorda – ha dichiarato dopo il giuramento Totò Scozzari – coerente con me stesso fin da ora dichiaro di rinunciare all’indennità di assessore. Ho accettato questo incarico in uno spirito di servizio ed il mio sarà un impegno, per questi pochi mesi, al beneficio del territorio agrigentino”.
D’Orsi ha già dato disposizione agli uffici di convocare per la mattina di venerdì una seduta di giunta nel corso della quale verrà data la delega al nuovo assessore.