L’istituto di beneficenza e assistenza “Opera Pia Barone Mendola” meglio conosciuto come “Il Boccone del Povero” di Favara, chiuso dopo l’abbandono delle suore e affidato ad un commissario straordinario, cerca un Ente che lo gestisca per le finalità di cui al lascito del benefattore. Il commissario, dottor Angelo Failla nominato dall’assessore regionale alla Famiglia, alle Politiche sociali e al lavoro con proprio decreto, contestualmente alla decadenza del vecchio consiglio di amministrazione a seguito dell’abbandono della gestione della struttura della collina San Francesco da parte delle suore della Congregazione Femminile Suore Serve dei Poveri, ha emanato un bando per l’individuazione di un nuovo gestore.
“L’Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza Opera Pia Barone Mendola, al fine di adempiere compiutamente alla volontà dei fondatori dell’Opera Pia “Barone Mendola”, così come prevista all’art. 4 dello Statuto Organico, approvato con Decreto del Presidente della Regione Sicilia n. 906/93, – si legge nel bando – invita gli Enti Ecclesiastici “Congregazioni Religiose Femminili”, se interessati, a manifestare interesse a subentrare nell’assistenza, entro il giorno 10 del mese di Marzo 2017, cosi come specificato nelle norme statutarie, alla Congregazione Femminile Suore Serve dei Poveri – Boccone del Povero-, che in data 10 gennaio 2016 si sono definitivamente ritirate da questa Istituzione”.
La struttura che dalla collina San Francesco domina Favara, è stata donata dalla famiglia Mendola per svolgere opere caritatevoli e sociali, che sono state svolte, fino al 10 gennaio 2016, dalle suore della Congregazione Femminile Suore Serve dei Poveri . La struttura è di proprietà della Regione e deve essere utilizzarla per gli scopi previsti da un ente religioso, da qui il bando del Commissario rivolto solo alle “Congregazioni religiose femminili”. Non è escluso, comunque, che la struttura, se non si trova l’Ente giusto, possa passare nella disponibilità diretta del Comune di Favara, ma per utilizzarla secondo le direttive previste dalla legge regionale 22/1986 ovvero per fini socio assistenziali.