Dal Vangelo secondo Marco(10,1-12) In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Parola del Signore
Quello di oggi è un argomento abbastanza spinoso di grande attualità. Ogni giorno sui social e non solo c’è una sorta di guerra civile, pseudo cattolici che si appellano a non so quale tradizione e attaccano Papa Francesco per l’apertura ai divorziati.
I farisei si avvicinano a Gesù per metterlo alla prova, il loro stile è come quello del serpente nel giardino dell’Eden quando si avvicinò alla donna per metterla alla prova. Uno stile viscido, ingannevole, che tende a metterti in trappola. I farisei conoscevano il pensiero rivoluzionario di Gesù, volevano provare che egli invitava a trasgredire la Legge di Mosè. Ancora oggi questo è lo stile che conserva il “fariseo” dei nostri giorni; far cadere in una trasgressione colui che con il suo agire rompe gli schemi per vivere autenticamente i valori del Vangelo o della società civile.
Ritorniamo al brano odierno. Al tempo di Gesù esisteva il divorzio? Si che esisteva. Gesù era a favore del divorzio? Certo che no, non lo era e spiega il perché.
“È lecito a un marito ripudiare la propria moglie?” Non chiedono se è lecito che la moglie ripudi il marito. Ciò non passava per la loro testa. Segno chiaro del forte dominio maschilista e dell’emarginazione della donna nella società di quel tempo e non solo di quel tempo.
Invece di rispondere, Gesù chiede: “Cosa vi ha ordinato Mosè?” La legge permetteva all’uomo di scrivere una lettera di divorzio e di ripudiare sua moglie. Questo permesso rivela il maschilismo imperante. L’uomo poteva ripudiare sua moglie, ma la moglie non aveva lo stesso diritto. Gesù spiega che Mosè agì così per la durezza di cuore della gente, ma che l’intenzione di Dio era diversa quando creò l’essere umano. Gesù ritorna al progetto del Creatore e nega all’uomo il diritto di ripudiare sua moglie. Lui toglie il privilegio dell’uomo nei confronti della moglie e chiede la massima uguaglianza tra i due.
Evidenziando che Mosè ha scritto quella legge per la durezza del loro cuore continua ricordando quale era il progetto originario di Dio al momento della creazione “li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”
Alla luce di questa Parola, la Chiesa con molto rispetto, è chiamata a valutare le delicate questioni odierne di chi vive sulla propria pelle un fallimento matrimoniale. La Chiesa non può certo cambiare una Parola così netta e chiara, ma può entrare nel merito di ogni singola situazione per stabilire una prassi che non porti le persone allo scoramento. Altro è il coniuge che abbandona, altro il coniuge abbandonato. Certo le difficoltà che devono affrontare i coniugi sono molte. E quella unità, quell’essere una cosa sola, non esenta dai contrasti, dai conflitti, dal doversi confrontare all’interno della coppia. Al punto anche da generare ferite e lacerazioni profonde nel cuore dell’animo umano. Ma Gesù vuol richiamare ad una realtà più profonda, che va ben al di là del semplice innamoramento: l’unione di un uomo e una donna che Dio ha unito.
La Chiesa da parte sua deve far sperimentare l’amore e la misericordia di Dio ad ogni uomo e donna non abbandonandoli ma custodendoli dandogli la possibilità di continuare a far parte del Corpo Mistico di Cristo.
Pace e bene
Fra Giuseppe Maggiore