Il Consigliere provinciale di Agrigento , Arturo Ripepe, nel corso dell'ultima seduta, a conclusione di un appassionato intervento sulla chiusura delle Provincia, ha chiesto al Presidente di aula Giglia, Raimondo Buscemi, di farsi portavoce per un incontro con i capi gruppo dell’Assemblea regionale Siciliana.
“Questa vicenda della soppressione delle Province, che sta dominando la vita politica italiana, ha aspetti inquietanti – ha detto Arturo Ripepe, ex Pid ora indipendente – in quanto viene a minare le fondamenta di quella democrazia partecipata e soprattutto evidenzia la mancanza di collegamento istituzionale tra la Regione Sicilia e l’Unione regionale delle province siciliane. Da tempo, infatti, l’Urps ha elaborato un progetto di modifica dell’Ente intermedio, ma con i vertici di Palazzo d’Orleans non c’è o forse non vuole avere, un collegamento istituzionale e tutto viene affidato ai proclami di un singolo individuo. A mio parere siamo di fronte ad un vero golpe contro la democrazia partecipata per dare tutto in mano a pochi individui che decideranno la politica di tutti.
Suona molto strana la presa di posizione degli onorevoli Lillo Firetto (Udc) e Panepinto, il primo sindaco di Porto Empedocle ed il secondo di Bivona, tutti e due ancora in carica, quindi doppio incarico e doppi emolumenti, che sostengono la soppressione delle province. Tutti e due hanno avuto rapporti istituzionali con l’Ente provincia e lo stesso Firetto ha svolto, ed anche con successo, il ruolo di assessore provinciale per diversi anni: come mai allora le Province servivano ed oggi non più?
Tutto ciò sa di una caccia alle streghe per mascherare quelli che sono i veri problemi della Sicilia. I problemi economici non si risolvono sopprimendo le Province e sostituendole con i consorzi di comuni. E’ vero che è previsto un impegno di tutte le figure del consorzio senza gettone di presenza, ma è pur vero che tra le righe del disegno di legge di Rosario Crocetta, non è specificato cosa è ed a quanto ammonta il rimborso delle spese di presidente, assessori e consiglieri dei futuri consorzi. Il risparmio concreto non esiste, al contrario le spese aumenteranno e si andrà verso un caos organizzativo. C’è un vecchio proverbio siciliano che recita: il tempo è galantuomo e darà ragione al giusto. Mi auguro di sbagliarmi in queste valutazioni, ma sono certo che peggioreremo la situazione politica in Sicilia”.