Sulla formazione professionale destinata ai giovani di 14 anni che non scelgono la scuola pubblica, il Presidente Crocetta ha accolto le ragioni degli enti religiosi, rinunciando ai tagli indiscriminati.
Il Governo ha preso atto dell' esistenza di una formazione, che contrasta la dispersione scolastica e inserisce i ragazzi a rischio di esclusione, in un percorso che offre un lavoro qualificato. La mobilitazione degli enti religiosi e reazioni ad essa collegate sono state più forti della propaganda incontrastata, che impazza da troppo tempo. Torna in campo il tema della riforma del settore con il vizio antico di trattare per singoli segmenti, col rischio di eludere e mancare un riassetto del sistema formativo regionale .
Se è l'inizio di una nuova e diversa attenzione al servizio formativo, che la regione ha l'obbligo di assicurare ai siciliani, questo inizio non può prescindere dalla condizione dei lavoratori del settore.
L' erogazione dei contenuti di cui sono intrise le competenze certificate dagli enti formativi, sono determinate dagli uomini e dalle donne che aspirano al riconoscimento del loro lavoro, con la certezza di un salario puntuale. Una riforma seria deve rimuovere le condizioni che hanno affamato i lavoratori con il sostegno di tifoserie ansiose di sostituire gli inquilini del sistema. Restituire onore al lavoro svolto in condizioni difficili e talvolta umilianti dagli incolpevoli formatori, non significa perpetuare un sistema formativo che ha delle criticità. Vuol dire prendere atto che il trasferimento sul inefficace sistema dei fondi comunitari è stato, un dannoso e incontrollato precipitare verso una destrutturazione i cui costi sono stati pagati dai lavoratori.
Un processo affidato al governo della pubblica amministrazione, la cui parzialità è stata registrata dalla cronaca degli scandali. Il lavoro non è riuscito ad avere che una flebile protesta sindacale, disarticolata e alquanto lontana dalla rappresentanza dei bisogni che pure hanno il dovere di organizzare.
L' unica azione convergente dell' azione sindacale è stata l'abbandono dei loro enti formativi che continuano a sopravvivere al peso della loro eredità. Le mani libere hanno stimolato aspettative di capacità, d' iniziativa sindacale, andate deluse. Nessuna scandalo quindi se gli enti guidano la protesta e sostituiscono anche le OO.SS. Nella proposta. Detto questo, la riforma del sistema formativo deve riflettere il modello che il governo avrebbe del futuro dell'isola e dei suoi abitanti. Una visione condivisa dei suoi settori produttivi, del grado di civiltà , che libera i cittadini dal lavoro assistito.