L’Amministrazione comunale della sindaca Anna Alba e di conseguenza il Consiglio comunale di Favara non hanno rispettato il termine dei tre mesi, previsto per predisporre ed approvare un’ipotesi di bilancio di previsione stabilmente riequilibrato.
L’articolo 259 del Tuel, Testo Unico degli Enti Locali, impone, infatti, al Consiglio comunale dell’Ente in dissesto finanziario di presentare al Ministro dell’Interno, “entro il termine perentorio di tre mesi dalla data di emanazione del decreto di cui all’articolo 252, un’ipotesi di bilancio di previsione stabilmente riequilibrato”. La data di partenza dei 3 mesi è relativa al decreto di nomina della Commissione straordinaria di liquidazione che è stato emanato dal Presidente della Repubblica il 3 febbraio 2017, decreto notificato al Comune di Favara il successivo 10 febbraio, con la Commissione che si è insediata il 16 febbraio. Secondo quanto disposto dal Tuel, i tre mesi sono già trascorsi il 3 maggio. Bilancio di previsione stabilmente riequilibrato per l’anno 2017 che naturalmente non è stato neanche definito, altro che approvato. Lo strumento finanziario da predisporre è sgravato dai debiti milionari che hanno determinato il dissesto. A pagarli e sanare la partita, fino al 31 dicembre 2015, ci penseranno i Commissari, a nostre spese naturalmente.
Ma perché l’Amministrazione Alba non è stata in grado di predisporre il bilancio stabilmente riequilibrato nei termini di legge? L’assessore Crocetta Maida ci ha detto che “ci sono delle difficoltà, per la risoluzione delle quali si sono chiesti chiarimenti al Ministero”, che pare non siano ancora arrivati. Fatto sta che il termine temporale “perentorio” dei 3 mesi non è stato rispettato. Che succederà allora? Sempre secondo l’assessore Maida “niente di particolarmente preoccupante, o meglio, ci dovrebbe essere una sollecitazione da parte della Commissione che darà un ulteriore tempo”. Noi abbiamo letto e riletto gli articoli del Tuel che trattano questo argomento. Da tenere in considerazione quanto disposto nell’art. 262 che recita: “L’inosservanza del termine per la presentazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato o del termine per la risposta ai rilievi ed alle richieste di cui all’articolo 261, comma 1, o del termine di cui all’articolo 261, comma 4, o l’emanazione del provvedimento definitivo di diniego da parte del Ministro dell’interno, integrano l’ipotesi di cui all’articolo 141, comma 1, lettera a) ovvero : “I consigli comunali e provinciali vengono sciolti con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’interno……….”.
Il problema, comunque, a nostro parere, non è se il Consiglio comunale verrà sciolto subito perché non ha rispettato il tempo “perentorio” dei 3 mesi, oppure ha ancora tutto l’anno di tempo ma, piuttosto, il fatto che l’Amministrazione comunale non riesce a dare alla città un bilancio, che non è un semplice atto amministrativo ma l’essenza stessa dell’attività amministrativa. Amministrazione che non “partecipa” alla città questa difficoltà, mentre i consiglieri comunali, di maggioranza ed opposizione, pensano al “nonno vigile” al “mercatino delle pulci”, senza fare un minimo accenno alla mancata predisposizione del bilancio che potrebbe (?) portare anche allo scioglimento del Consiglio comunale.