La presenza di Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Sicilia e già condannato per favoreggiamento esterno alla mafia con pena scontata per intero, ad uno dei corsi di formazione che l’Ordine dei giornalisti di Sicilia organizza per i suoi iscritti, ha causato non poche reazioni, commenti e post su facebook. Ad andare all’attacco sono stati colleghi giornalisti che a quell’incontro non c’erano, e quindi hanno parlato solo per sentito dire, come per sentito dire Repubblica.it autorevole quotidiano online ha scritto sulla vicenda, in quanto la giornalista non era presente a quel corso.
In verità anche uno dei colleghi presenti e che sapeva della presenza di Cuffaro ha ascoltato gli altri intervenuti e al momento in cui ha parlato l’ex presidente della Regione è uscito dall’aula postando poi su Facebook il fatto che lui non si faceva formare da Cuffaro. Noi di siciliaonpress c’eravamo tutti e io personalmente ho fatto anche l’intervista a Totò Cuffaro, che potete ascoltare nella sezione video del nostro giornale.
Il corso, come dicevamo, è stato promosso dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia in relazione alla nuova normativa che prevede l’acquisizione di crediti formativi per continuare la professione nella qualità di iscritti all’albo. Ordine che era presente con la sua numero 2 Teresa Di Fresco; presente il direttore del carcere Malaspina Michelangelo Capitano; uno dei più qualificati avvocati penalisti Totò Pennica quindi Totò Cuffaro con l’incontro moderato dal caporedattore del giornale La Sicilia di Agrigento Stelio Zaccaria.
Ognuno ha impostato il discorso del tema del corso ovvero “Il diritto all’oblio e l’ex Carta di Milano” secondo il proprio punto di vista. Quello dell’ex presidente della Regione nonché, dicevamo, condannato di mafia per concorso esterno, pena scontata in toto, è stato quello di chi ha vissuto direttamente le condizioni di imputato prima, carcerato dopo ed infine di uomo “libero” post carcere, con tutte le, purtroppo, assurdità che la legislazione italiana prevede in questo campo, sia per le leggi non applicate relative allo status di carcerato, sia per quelle del post carcere.
Cuffaro secondo me non è stato un “formatore” e nemmeno gli altri lo sono stati, ma soltanto relatori e diretti protagonisti del tema trattato. Nel caso particolare di Totò Cuffaro anche testimone diretto, perché lo ha vissuto in prima persona. È stato uno dei più interessanti corsi di formazione da quando è stato istituito questo obbligo, e per interessante mi riferisco a tutto: ai relatori, al modo come sono state esposte le cose e come sono state dette.
In passato ne abbiamo “appizzato” di tempo utile..per corsi e docenti non sempre all’altezza.
Durante l’incontro di domenica scorsa non si è discusso e neanche minimamente accennato se Cuffaro è o meno mafioso, se è stato o è colluso, se è stato condannato innocente oppure colpevole. Nemmeno lui lo ha accennato. Si è discusso invece delle condizioni nei carceri, dei rapporti con la stampa, della valenza che la stampa ha all’interno dei carceri, delle leggi che regolano la carcerazione e anche la post carcerazione. È stato un incontro interessantissimo. Per quelli che si sono indignati, beh pazienza ce ne faremo una ragione!