Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Parola del Signore
Conoscere la Parola, avere un posto di responsabilità nelle comunità, significa anche vegliare sul proprio atteggiamento, rifiutare in blocco la tentazione di approfittare del proprio ruolo, di “passeggiare in lunghe vesti ed essere salutati nelle piazze, avere i primi posti nelle sinagoghe”. Il rischio dell’auto-celebrazione è sempre presente nella Chiesa, specie nei momenti di difficoltà. L’atteggiamento dei discepoli (e dei pastori!) deve imitare quello della vedova che butta nel tesoro del tempio il poco che ha per vivere. È un gesto sconcertante, estremo: piccola goccia nel fiume di offerte che arricchivano i sacerdoti del tempio, quei pochi spiccioli, forse, potevano essere usati per comperare un po’ di cera per pulire il pavimento, mentre la donna aveva rinunciato al pane… Imitiamo la generosità di questa donna, amici, diamo in elemosina ciò che c’è dentro, ed evitiamo di scivolare nell’autocompiacimento, noi preti, o di abusare del nostro ruolo, se abbiamo un compito all’interno della comunità cristiana. Viviamo questa giornata nella generosità, spendendoci, dando quel poco che abbiamo a Dio, per la gioia dei fratelli che oggi incontreremo.
A cura di Fra Giuseppe Maggiore
Pace e bene