C.L.M.
Il servizio idrico comunale a Favara, riveste i principi di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie o, è scandaloso?
Nei paesi civili la trasparenza e la legalità non hanno scandalizzato mai nessuno.
Ciò avviene anche quando a vestirsi di trasparenza è l’acqua e di legalità la sua gestione.
Tutti sono a conoscenza che nel 2017 a Favara l’acqua continua ad essere un bene di lusso trasparente e gestito, da circa nove anni, in perfetta legalità da un soggetto privato.
E’ altrettanto notorio che l’approvvigionamento idrico in città avviene in maniera discontinua con turni da terzo mondo (talvolta, si superano i dieci giorni), nessuno beve l’acqua erogata dalla rete cittadina (viene utilizzata quella imbottigliata) ed il servizio costa caro (nel 2016 ogni utenza familiare ha pagato € 281,96).
Poiché ogni commento può apparire parossistico e caricaturale, appare proficua un’asettica lettura degli atti, pubblicati sul sito internet del gestore privato del Servizio Idrico Integrato (www.girgentiacque.com), affinché ciascuno possa trarne le conclusioni sulla bontà del servizio. Basta la consultazione di pochi documenti per avere chiaro il quadro della situazione. Ad esempio, la tabella mensile con i turni di erogazione effettuati (l’ultima disponibile è quella del mese di aprile 2017; se permanessero delle perplessità si possono consultare quelle di qualunque altro mese precedente) e la fotocopia delle quattro bollette trimestrali, computate a forfait per mancanza di misuratori, corrisposte nel 2016 al gestore del servizio da una utenza familiare tipo.
Per dovizia d’informazione bisogna evidenziare che, oltre alla bolletta corrisposta alla società di gestione del servizio idrico, i cittadini sono gravati da ulteriori costi quali quelli per l’acquisto dell’acqua minerale naturale per l’alimentazione umana e la preparazione delle vivande e per rimpinguare le proprie cisterne tramite autobotti private allorquando le stesse capacità non garantiscono l’autonomia di approvvigionamento tra un turno di erogazione ed il successivo. A questi costi diretti vanno aggiunti quelli indiretti sostenuti per la manutenzione e gestione delle cisterne e delle elettropompe di sollevamento dell’impianto domestico (impiantistica non necessaria qualora l’erogazione avvenisse in maniera continua – H/24) nonché quelli derivanti dall’occupazione degli spazi necessari alla loro allocazione.
Di contro, bisogna ammettere che, finora, non si hanno a disposizione documenti ufficiali per dimostrare la diffidenza dei cittadini ad utilizzare l’acqua potabile erogata dal serbatoio comunale per bere e per preparare i cibi.
E’ lecito, e buon senso vuole, non avere certezze sulla potabilità della stessa al rubinetto di casa dopo ogni turno di erogazione!
Considerato che quanto sopra argomentato avviene nella totale trasparenza e legalità, sorge spontaneo un dubbio che solo le Autorità con potere di indirizzo, programmazione, regolamentazione, verifica e controllo in materia di Servizio Idrico Integrato possono dissolvere.
Il servizio idrico comunale a Favara, riveste i principi di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie o, è scandaloso?
Alle AUTORITA’ l’arduo chiarimento.