Sulle recenti notizie di possibile adesione del Comune di Agrigento al piano di riequilibrio finanziario interviene il capogruppo, di PDR- SICILIA FUTURA, Nuccia Palermo.
“La paura del dissesto- dice il Vice segretario Provinciale di Sicilia Futura- sembra sempre più prendere piede all’interno del Palazzo di Città e le ultime note stampa non fanno altro che materializzarne lo spettro. Un possibile Crack del comune di Agrigento produrrebbe effetti devastanti non solo sull’operatività dell’Ente, mettendo a rischio circa 240 precari e tutte le ditte creditrici del comune di Agrigento, ma soprattutto e conseguentemente sulla vita economico-finanziaria e sociale dei suoi cittadini”.
“L’art. 244 del Testo Unico 267 del 2000- continua la Palermo- stabilisce che il Comune entra in dissesto finanziario quando non è più in grado di assolvere alle funzioni ed ai servizi indispensabili oppure quando nei confronti dell’ente esistono crediti di terzi ai quali non si riesce più a far fronte nè con il metodo ordinario del ripristino del riequilibrio di bilancio nè con lo strumento dei debiti fuori bilancio. Analizzando i vari ordini del giorno dei consigli comunali possiamo notare chiaramente come la sfilza di debiti fuori bilancio sia sempre più corposa sia nel numero che nell’entità degli importi e la cosa scoraggia notevolmente”.
“Vorremmo capire- afferma il Consigliere di opposizione- in questi due anni se si è proceduto con concretezza al recupero delle somme, mediante la lotta all’evasione, e soprattutto se vi è stata una concreta politica di spending review atta alla razionalizzazione della spesa pubblica. L’ultimo atto sceso in consiglio erano le famose misure correttive, ritirate e ad oggi non più pervenute. Non possiamo tacere sulla cruenta possibilità che si subisca un dissesto e soprattutto non possiamo permettere che cali il silenzio su un argomento così di vitale importanza”.
“Abbiamo bisogno di idee chiare e chiediamo ufficialmente, investendo la Presidenza del consiglio comunale, un tavolo tecnico alla presenza del Dirigente del settore finanziario, dell’Assessore al Bilancio Amico e di tutti i capigruppo dei vari partiti. Vogliamo le carte- continua la Palermo- e vogliamo capire la reale situazione debitoria dell’ente. Rimanere nel silenzio starebbe a significare andar contro a quello che è stato un giuramento fatto il primo giorno in cui si è varcata la soglia di Aula Sollano”.