Giuseppe Maurizio Piscopo
Diplomato in mandolino con il massimo dei voti e la lode, sotto la guida del M° Emanuele Buzi, presso il Conservatorio V. Bellini di Palermo.
Collabora con importanti enti lirici e sinfonici tra i quali il Teatro Massimo di Palermo.
In occasione dell’ultimo allestimento di “Otello” di Giuseppe Verdi, Diretto dal M° Renato Palumbo; e “Romeo e Giulietta” di Sergej Sergeevič Prokof’ev, Diretto dal M° Alexander Polyanichko; per la 67° stagione lirica del Luglio Trapanese con il “Don Giovanni” di Mozart diretto dal M° Andrea Certa, per l’Ente Concerti Marialisa de Carolis di Sassari con il “Don Giovanni” di Mozart diretto dal M° Gaetano D’Espinosa; per lo Sferisterio di Macerata con l’”Otello” di Giuseppe Verdi diretto da M° Riccardo Frizza.
Col Quintetto a Pizzico Nomos incide il cd dal titolo “Danze Migranti” e si esibisce, da anni, in occasione di importanti associazioni concertistiche e rassegne di Musica da Camera (I, II e III Festival delle Orchestre a Plettro di Taormina, presso il Teatro Antico, Accademia Tadini di Lovere, Festival di Bellagio e del Lago di Como, Auditorium della Rai di Palermo, stagione musicale “Venerdì della Valle” nella Valle dei Templi di Agrigento).
Ricercatore e studioso delle musiche della tradizione del mondo, partecipa, con diverse formazioni numerosi Festival di musica Folk/Etnica in Europa, esibendosi in Francia (Reims, Bordeaux, Concarneau), Spagna (Avilés), Belgio (Bruges, Liegi), Rep. Ceka (Cervený Kostelec), Polonia (Biesko-‐Biala), Inghilterra (Billingham), Malta (La Valletta).
Nel 2004 effettua una lunga tournée in 16 importanti teatri del Giappone: Geijyutu Gekijyo di Yokosuka, Kokusai Kaikan di Kobe, Kousei Nenkin Kaikan di Osaka, Ryden Rose di Fukuyama, Shimin Kaikandi Hirosaki.
Collabora con giovani artisti emergenti come la giovane cantautrice Francesca Incudine e con artisti più affermati come Tiziana Donati in arte “Tosca” in occasione dello spettacolo “Sto Core Mio, omaggio a Roberto Murolo” con due concerti al Palazzo Farnese di Caprarola e a Tuglie, con Massimo Venturiello per lo spettacolo “Barberia“,, in diversi teatri d’Italia.
Quando è iniziata la tua avventura nella Musica, l’incontro con il mandolino?
Ho iniziato a studiare e giocare con la musica all’età di 9 anni, dapprima col piano, poi con la chitarra, passando dalla fisarmonica al violino, ed infine a 22 anni con quello che è diventato il mio strumento, il mandolino.
L’incontro con questo strumento è stato alquanto casuale: passeggiando per una stradina di Palermo sentii dei suoni, e seguendo la musica mi ritrovai di fronte ad un antico palazzo che scoprii essere il Conservatorio Vincenzo Bellini, poiché è accessibile solo a studenti e docenti, volendolo però visitare, in portineria dissi di dover iscrivermi… però ad ogni gradino della scala che mi portava al secondo piano, quello che voleva essere una scusa diventò sempre più una convinzione… Avendo un’età “avanzata” la scelta dello strumento era limitata a 6 possibilità, però per me lo strumento era solo il mezzo per raggiungere il fine, “fare musica”.
Chiesi quale docente di questi 6 strumenti fosse presente in quel momento in Conservatorio, la risposta fu una: “il Maestro Emanuele Buzi di Mandolino!”
Come eri da bambino? Quando hai scoperto le tue qualità artistiche?
Da piccolo nei confronti della musica ho sempre avuto una curiosità smisurata, prima ancora di iniziare a suonare mi affascinava già tantissimo ascoltare la musica suonata dal vivo, che poteva essere il coro della parrocchia, le feste in famiglia o la rock band di un mio caro cugino che per due sere a settimana provava nel garage sotto casa mia, e appena sentivo un suono pregavo mia madre di accompagnarmi per assistere alla prova.
Non credo ci sia un momento in cui ci si accorge di avere una qualità, la crescita e tanti piccoli successi danno la forza e la voglia di dedicarsi in maniera sempre più totale alla musica.
La tua maniera di suonare il mandolino è molto originale. Mentre suoni cosa pensi?
Quando suono difficilmente riesco a pensare a qualcosa che non sia la musica stessa, più si è dentro a ciò che si suona più è difficile pensare ad altro … Anzi la musica spesso diventa uno schermo, una culla che protegge la mente da altri problemi della vita.
Quante ore al giorno dedichi alle prove, al tuo strumento e allo studio?
Chi vive di musica, in generale ha una totale dedizione ad essa, quindi dedico quanto più possibile alla musica sotto forma di prove, studio o insegnamento, scrittura o ascolto, ma ho imparato col tempo che anche il riposo e lo svago sono una pedina essenziale per raggiungere gli obiettivi
Quanto ha influito la tua famiglia nelle tue scelte musicali?
La mia famiglia ha sempre sostenuto e assecondato le mie doti e le mie scelte, però, sfortunatamente, chi vive o cresce in un paese come il mio (Favara), vive lontano da ambienti “classici”, non c’è un vera educazione all’ascolto della musica, e bisogna combattere con lo stereotipo che in Italia non si può vivere di sola Arte. Tutto ciò ha fatto si che la scoperta della musica “colta” sia arrivata, per me, con la maggiore età, dopo essermi trasferito in una città come Palermo.
Qual è la tua definizione della Musica Colta?
La Musica Colta è strettamente legata alla cultura e alla cognizione, la Musica Colta è una musica consapevole. Non è il genere o lo stile musicale che lo rende colto, perfino una semplice musica popolare può avere quella potenza e ricchezza di contenuti comparabile alla musica seria.
Puoi raccontare della tua esperienza al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo?
La mia esperienza è stata ottima. Ho avuto la fortuna di aver sempre ottimi insegnati e questo penso sia essenziale per ogni disciplina, ma lo è ancora di più per chi studia musica. Ho suonato tantissimo e rappresentato il Conservatorio di Palermo anche all’estero quando suonai per l’ambasciata italiana in Oman.
Ovviamente, non è sempre tutto rose e fiori, però se dovessi riscegliere di studiare in un Conservatorio, credo sceglierei di nuovo quello di Palermo.
Com’è il tuo rapporto con gli altri musicisti che suonano il mandolino e con il Maestro Emanuele Buzi?
Oggi i mandolinisti sono relativamente pochi, e il mio rapporto con altri mandolinisti è molto buono, suono sempre volentieri con tutti, e svolgendo attività concertistica da camera o orchestrale. Accade frequentemente, ed è sempre un modo per confrontarsi e migliorarsi.
La musica ha tanti poteri e capacità, tra questi può essere proprio il tipo di rapporto tra l’insegnante e l’allievo, che non è paragonabile a quello che si crea in altri ambiti. Il mio rapporto col Maestro Emanuele Buzi, pur sempre nel rispetto dei ruoli, sconfina da un semplice rapporto di docente-allievo, e non è neanche un’esclusiva, ma è dovuto proprio a quella magia della musica e ovviamente alle capacità del Maestro, sia tecniche che umane.
Noi allievi non possiamo che ammirarlo e stimarlo.
Quali sono i tuoi musicisti classici di riferimento?
Cambiano di continuo col passare del tempo, se pur si apprezzano tutti gli Autori che si studiano devo ammettere di avere una predilezione per le musiche di Autori che in qualche modo attingono alla tradizione come Bela Bartòk, o Modest Musorgskij
Che cosa rappresenta per te l’esperienza con la Compagnia popolare favarese nello spettacolo Barberia?
Ho avuto la fortuna di fare tante importanti esperienze musicali, però tra le più importanti sia da un punto di vista professionale ma anche emozionale è sicuramente lo spettacolo Barberia con il grande attore Massimo Venturiello e la Compagnia popolare favarese, con le loro musiche dei barbieri. Tutto ciò mi ha dato la possibilità di esibirmi in tanti teatri in Italia regalandomi forti emozioni, e mi ha permesso di conoscere più a fondo il “mondo” delle antiche barberie che conoscevo solo parzialmente, e che merita di essere scoperto da tutti.
Hai composto della Musiche gitane, ebraiche?
Ho sempre composto musica soprattutto per le mie formazioni musicali, tra queste, si, anche musiche nello stile Yiddish, musiche di gioia ma anche di sofferenza, per i Klezmer4Sale.
Cosa stai scrivendo in questo momento?
Nell’ultimo periodo mi sono dedicato a scrivere delle musiche per uno spettacolo teatrale-musicale dal titolo Mytos, per la formazione Kaiorda con cui suono da qualche anno, e con i quali stiamo incidendo il disco di queste musiche.
Poi scrivo sempre per la mia formazione cameristica, il Quintetto a Pizzico Nomos, per due mandolini, due chitarre e un contrabbasso.
Puoi commentare questa frase: di Fedor Dostoevskij: ” La bellezza salverà Il mondo?
L’uomo nelle sue azioni ha facoltà di scegliere se fare del bene o del male, ma pure la persona più cattiva non può che sciogliersi di fronte al bello. Quindi la bellezza salverà il mondo solo se il mondo saprà riconoscere la bellezza, in Sicilia ad esempio siamo circondati da opere d’arte e di bellezza a tal punto da essere assuefatti e di non accorgerci veramente del patrimonio che ci ritroviamo e che non tuteliamo. Questa indifferenza è dovuta, forse, alla poca educazione al bello, che non è solo un bel panorama, ma spesso la bellezza è celata, è meno a vista, e va solo riconosciuta
Che cos’è la bellezza nella musica per te?
La musica è la regina delle Arti, la bellezza sta nella sua forza, perché è l’unica che può farti viaggiare senza partire, che può rievocare un istante o un periodo della propria vita, far risentire un profumo, un emozione, o può descrivere una sensazione, può diventare una compagna di vita, e può essere tutto questo contemporaneamente.
E’ vero che gli Artisti sono benefattori dell’umanità?
Il prezzo di un biglietto spesso è insignificante di fronte all’emozione che si può avere ascoltando un concerto o uno spettacolo teatrale, e lo stesso vale per chi sta dall’altra parte, l’Artista fa quello che probabilmente farebbe pure gratuitamente, perchè è vero, gli Artisti sono benefattori dell’umanità.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sicuramente, mi vedo ancora a suonare in prima linea, seguire i miei sogni e pormi sempre nuovi obiettivi, suonare nei Teatri, incidere dischi, a scrivere musica, ma mi vedo anche a trasmettere le mie esperienze e mettere a disposizione il mio sapere per i futuri musicisti.