Giornata in carrozzina a Licata con lo slogan “Una giornata a rotelle. Per un giorno siediti anche tu”. La manifestazione è stata organizzata dall’assessore alle Pari Opportunità e all’Abbattimento delle barriere architettoniche del Comune di Licata, Annalisa Cianchetti, allo scopo di sperimentare cosa significa girare in città in una sedia a rotelle.
“Il problema più grave per un disabile (che non può deambulare) – afferma l’assessore – non è vivere una vita in carrozzina, ma muoversi liberamente tra barriere fisiche e mentali“. L’appuntamento è per le ore 10 in piazza Progresso, da dove prenderà il via il giro a “quattro ruote” che attraverserà Corso Vittorio Emanuele, Piazza Elena, via S. Andrea, via Lunga, Piazza S. Girolamo, via Martinez e piazza Duomo. Qui, dopo la visita alla Chiesa Madre, don Angelo Fraccica impartirà la benedizione a tutti i partecipanti, per poi proseguire verso Piazza Sant’Angelo dove è in programma una partita di basket Panormus para olimpia e l’Asd (capitana da Maurizio Gambino).
Dopo la partita, tutti alla Villa Regina Elena dove ci sarà la condivisione di un’agape comunitaria grazie al contributo dei volontari che si sono prestati generosamente per l’occasione. A girare per la città in carrozzina non solo i diversamente abili, ma anche cittadini cosiddetti normodotati. A sperimentare quanto sia difficile muoversi tra mille barriere, in prima fila, assieme ad assessori e consiglieri comunali, ci sarà anche il sindaco Angelo Cambiano. “L’idea dell’
Le barriere architettoniche sono fisiche, ma le peggiori però si annidano nel comportamento di ognuno, quando siamo indifferenti al problema di chi ha difficoltà a muoversi. Si potrà capire qualcosa, forse, dopo una giornata passata con i diversamente abili. Una giornata vista dal basso (da una carrozzina) per capire, seriamente, cosa vuol dire affrontare ogni giorno la città stando là seduti. Gradini che diventano altopiani da scalare, parcheggi selvaggi sui marciapiedi che si trasformano in confini invalicabili. Non sembra da quassù, dall’alto delle nostre gambe, ci si accorge di Città non adeguati, non solo ai disabili, ma anche a mamme con le carrozzine, a normodotati con stampelle, ad anziani con difficoltà a deambulare. Una questione di civiltà. Per costruire una città a misura di disabile servono due rivoluzioni, una è quella strutturale, l’altra, la più importante, è quella culturale.