Mi scuso, fin dall’inizio” per le parole e per i toni forti, sono, comunque i toni e le parole dell’utenza agrigentina, che paga a costi elevati un servizio non adeguato.
Ritorna lo spettro dell’emergenza idrica, Girgenti acque non perde nessuna occasione per sventolare la carenza di risorse idriche dovuta alle scarsità di piogge.
In realtà, ad essere carente è la programmazione delle risorse, piuttosto che l’acqua.
Le dighe non sono state progettate per una gestione annuale del prezioso liquido. I tecnici hanno tenuto conto della variabile piovosità annuale, caratteristica del fenomeno nella nostra Isola, dove si alternano periodi di abbondanti precipitazioni atmosferiche con anni di siccità. Al momento, le risorse contenute negli invasi non dovrebbero giustificare l’emergenza. Abbiamo già i dati delle quantità di acqua contenuti dai laghi che alimentano la provincia, che pubblicheremo tra qualche giorno. Voglio prima verificarle, per darvi l’esatto stato dell’arte.
Mi occupo del sistema idrico della provincia dal 2000, da 17 anni. Ho iniziato a raccontare la scandalosa storia del servizio idrico sulle pagine de “La Sicilia”, poi sul giornale on line “Perlacittà”, negli ultimi anni su “SiciliaOnPress”. Le mie fonti sono di primissimo piano. Ho netta la percezione di dare fastidio, mentre non ho ricevuto alcuna smentita, alcuna replica o denuncia per diffamazione, sebbene per quest’ultima ne abbia avuto, per altri versi, una collezione, brillantemente superata.
Torniamo al verbo “fottere”, azione che ha caratterizzato il servizio idrico in provincia di Agrigento.
Negli anni 60 e 70 sono stati realizzati e implementati, con la cassa del Mezzogiorno, i sistemi Fanaco, Favara di Burgio e sistema potabilizzatore sul Garcia, che si aggiungono al Voltano costituito nei primi del 900 e al Tre Sorgenti. Negli anni novanta, cosa importante, sono stati realizzati diversi collegamenti tra i sistemi già esistenti per meglio aggredire i periodi di siccità e di emergenza. In pratica, il sistema carente è alimentato da quello che ha maggiori risorse. Durante la siccità del 2002 senza questa tecnica, gli agrigentini non avrebbero ricevuto una sola goccia di acqua.
Oggi, dicevo, la vera emergenza è nella pessima gestione degli apparati e delle risorse idriche.
Ma chi fotte e chi è il fottuto?
Fottuto è il popolo, parola andata in disuso, ché è meno crudele fotterlo chiamandolo utenza, gente, cittadini, collettività.
Nel fotti, fotti generale, badate bene, fotteva anche il popolo che non pagava l’acqua. Arrivò, purtroppo, il momento che impose alla politica di fare pagare il servizio e, in considerazione dell’azione impopolare, decise di fare entrare nella “compagnia” il privato. Faccio un passo indietro per ritornare sul fatto che in pochi pagavano l’acqua. La rete idrica di Favara è stata realizzata negli anni ’90. Tanti favaresi dovettero collegarsi alla nuova rete e regolarizzare la loro posizione. Iniziarono a pagare.
Ritorniamo all’arrivo del privato. L’imprenditore, che mira agli utili e non alla popolarità, ha dovuto iniziare a misurare l’acqua in arrivo e quella singolarmente distribuita nelle utenze. Ha installato il contatore, mentre la politica non si è curata di verificare il costo del servizio. I signori della politica si sono semplicemente liberati della patata bollente. Qualcuno di loro ha anche cercato nel nuovo i canali per alimentare il clientelismo. Un posto di lavoro per l’amico fedele.
Tutto il peso del cambiamento si è abbattuto sull’utenza, che paga pure il canone di 8milioni di euro imposto dalla Regione, che incassa anche il 25 per cento degli utili di Siciliacque.
In sintesi, il politico continua a fottersene, il privato fa l’imprenditore e punta agli utili e quanto meno ad evitare le perdite, l’utenza, pur a secco, è fottuta in pieno.
Non arriva all’Ars e al governo regionale la notizia che l’utenza non è nelle condizioni di pagare il servizio. Ai nostri eroi della politica sembrerebbe non interessare l’argomento, seppure le associazioni abbiano sollevato in tantissime occasioni la problematica.
Il costo dell’acqua deve essere rivisto dalla Regione e rapportato ai livelli nazionali e a quelli dei diversi territori dell’Isola. E’ inaccettabile il primato dell’utenza dei 27 Comuni serviti da Girgenti acque. E’ scandalosa la rinuncia all’acqua, perché non si è nelle condizioni di pagarla.
Chi salverà gli utenti di Girgenti acque dall’esoso costo imposto dalla Regione e dalla indifferenza dei politici? “Povira panza mia, povira panza, si nu ci pensu io nuddru ci pensa!” Pensiamoci noi e pensiamoci in tutte le occasioni. Non scordiamoci che la Regione impone il prezzo di 0,75 euro a metro cubo e che il 50 per cento dell’acqua che paghiamo non arriva nelle nostre abitazioni. Pensiamoci con l’unica arma che abbiamo in possesso che è quella del voto.