Giuseppe Maurizio Piscopo
Girolamo Retto è nato a Taormina il 7 giugno 1963.
Da sempre la passione per i vigili del fuoco ed il volo è stata la costante della sua vita.
Diplomato Perito elettronico con indirizzo informatico, sposato e padre di due figli di 26 e 25 anni (nessuno dei due ha avuto interessi per continuare la Mission nel CNVVF. Per loro nella famiglia Retto sono bastati padre, nonno, due zii e 4 cugini).
Inizia la sua carriera nei vigili del fuoco nel 1983 con il servizio militare da AVVA (Allievo Vigile Volontario Ausiliario).
Finito il corso è stato bandito un concorso a 1.000 vigili del fuoco permanenti.
Vincitore di concorso è entrato nel CNVVF il 10 luglio 1985.
Assegnato al Comando di Alessandria è rimasto fino al 1987, poi Catania, infine Messina.
Nel 1990 inizia la carriera da elicotterista. Infatti, partecipata e superata una selezione interna è stato avviato al corso di formazione alla Ditta Agusta di Vergiate (VA).
Dal 1991 è stato assegnato al Reparto Volo di Catania.
Attualmente è un funzionario (Ispettore Antincendi) riveste il ruolo di specialista di elicottero e di Segretario nazionale della CONFSAL VV.F sigla sindacale maggiormente rappresentativa del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
La Sicilia brucia ogni estate e quest’anno brucia ancora di più? Perché?
La Sicilia brucia anche quest’anno. La nostra è una terra calda, da molti punti di vista. Certamente il fattore climatico è uno fra i primi fattori di rischio a causa dell’evidente aumento delle temperature e a causa dei venti che agevolano il divampare delle fiamme.
Grazie a Dio, al momento le cronache non registrano morti nella nostra regione, ma questo non deve farci abbassare la guardia ed è anzi necessario profondere un maggiore impegno per unire e coordinare le forze deputate alla prevenzione, alla sicurezza e al soccorso tecnico.
Gli esperti dicono che per autocombustione gli incendi arrivano all’1% ed allora questi incendi sono tutti dolosi?
Gli inneschi degli incendi si trovano spesso a poche centinaia di metri l’uno dall’altro ed è molto improbabile, a mio avviso, che ciò possa accadere simultaneamente e per “pura fatalità”. Migliaia di militari e di colleghi delle forze dell’ordine stanno operando in questo ambito, ciascuno secondo le proprie competenze, per scoprire chi e cosa si nasconde dietro la lunga serie di incendi di cui sono purtroppo piene le cronache dei giornali. Noi vigili del fuoco siamo quotidianamente impegnati per fronteggiare le continue e virulente emergenze in corso su tutto il territorio nazionale.
Quali sono le spiegazioni più accettabili che gli italiani possono comprendere di una storia così drammatica che si ripete puntualmente ogni estate?
Di fronte a fenomeni di questo tipo, non credo ci siano spiegazioni che possano essere ritenute “accettabili”. In alcuni casi si tratta di azioni riconducibili all’azione di piromani, ma probabilmente più spesso si tratta di fatti legati alla criminalità, per interessi di varia natura.
I vigili del fuoco rischiano ogni giorno la vita per salvare l’ambiente, le persone, gli animali, gli oggetti. Ma chi si nasconde dietro gli incendi?
I vigili del fuoco esprimono la loro professionalità andando prontamente in soccorso di chi necessita un aiuto; noi non svolgiamo azioni di polizia e non ci occupiamo di indagini, poiché ci sono altri Corpi dello Stato che sono deputati ad adempiere questo delicato e complesso ruolo. A noi il compito di salvaguardare, con il massimo sforzo, l’incolumità della popolazione e l’integrità dei beni.
E’ possibile che i siciliani che sono molto intelligenti ed hanno una corretta idea del mondo lascino passare impunite queste ingiustizie nei confronti di tutti?
I siciliani sono dotati di grande acume e di finezza di pensiero, ma è anche vero che sono soliti demandare ad altri la soluzione dei problemi, assumendo spesso un atteggiamento di impotente vittimismo. Per fortuna, anche grazie all’accresciuto livello di scolarizzazione, le nuove generazioni sono più sensibili ai temi della natura e del rispetto per gli altri e sono convinto che, nei prossimi anni, sapranno imporre pacificamente un modo di vivere più coerente con le consapevolezze acquisite, grazie al quale le azioni delittuose non avranno più né mandanti né esecutori e pertanto smetteranno di esistere.
Ho l’impressione che la politica sia lontana dalla gente e nello stesso tempo non sia all’altezza a risolvere i problemi, da quello dei migranti all’ordine pubblico, alla protezione del territorio. A Roma si chiacchiera troppo e come si dice in Sicilia: “Mentre il medico discute il malato se ne va”?
Esiste la buona politica fatta da donne e uomini qualificati e corretti ma esiste anche quella che è autoreferenziale. Ritengo, che bisognerebbe, prima possibile, che gli esponenti di tutte le aree politiche individuassero delle soluzioni bipartisan per “stoppare” definitivamente piaghe dolorose come quella degli incendi.
Ho l’impressione che i siciliani non amino la loro terra o che hanno paura di compromettersi. E’ arrivata l’ora di dire basta?
Sono pochi i siciliani che non amano la loro terra. Le nuove generazioni, dopo aver studiato e fatto sacrifici per diplomarsi o laurearsi sono costrette a migrare all’ estero alla ricerca di un lavoro; comunque mantengono un grande attaccamento alle loro radici pur se impossibilitati a dimostrarlo pienamente proprio a causa della mancanza di sbocchi professionali.
Lei è un elicotterista è impegnato in prima persona nello spegnimento degli incendi, come ha vissuto il dramma di questa estate rovente?
Si, orgogliosamente e con passione sono impegnato in questo meraviglioso Corpo dello Stato con tre importanti funzioni … quella di vigile del fuoco, quella di componente del Reparto Volo di Catania, che ha come territorio di competenza un territorio molto vasto (Sicilia, isole minori e parte della Calabria), e quella di rappresentante sindacale nazionale.
Ho la fortuna di poter considerare il mio non come un lavoro, ma come un vero e proprio servizio che ho l’onore e l’onere di poter svolgere per la collettività. Pur se impegnato da tanti anni in questo settore, non mi abituerò mai agli incendi, tutti devastanti, tutti portatori di dolore e di sofferenza.
Qual è stato il momento e l’incendio più difficile da spegnere?.
In 32 anni di carriera, di cui 26 svolti al Reparto Volo tanti sono stati i momenti impegnativi sul fronte antincendio. Ma qui ricorderò due episodi in particolare, legati al salvataggio di vite umane ed uno legato al salvataggio di un cane all’ultimo piano di un palazzo a Palermo.
Il primo avvenuto durante un alluvione nel siracusano, mentre eravamo in volo di ricognizione con a bordo il Prefetto di Siracusa Alecci ed il Capo dipartimento della Protezione civile Bertolaso. Ricordo, che imperversava un forte temporale; fummo allertati dalla nostra sala operativa per recuperare due vecchietti che erano rimasti isolati in una frazione. Giunti sul posto, abbiamo verricellato i nostri SAF (esperti in tecniche di salvataggio in ambiente speleo, alpini e fluviali) e proceduto al recupero dei due anziani bagnati ed impauriti. In quell’ occasione, anche il Capo della Protezione civile ed il Prefetto di Siracusa hanno potuto vivere insieme con tutto l’equipaggio, le emozioni, la professionalità profusa del vigili del fuoco, ma anche la soddisfazione per avere soccorso i due malcapitati che, senza il nostro intervento e rimanendo in balìa delle intemperie, avrebbero potuto non farcela.
Il secondo salvataggio che ricordo con emozione è stato quello di un intera scolaresca formata da dodici studenti che, con il loro professore, erano rimasti isolati ai laghetti di Avola (SR). In quell’ occasione sono stato io in prima persona a procedere al recupero dei ragazzini, eseguendo tredici verricellate in successione. La fatica è stata subito ripagata al termine dell’ ultima verricellata e dopo il mio rientro a bordo, nel vedere tredici sorrisi ed un susseguirsi di ringraziamenti, abbracci e pacche sulle spalle.
Ricordo con grande emozione anche un altro episodio, di stampo completamente diverso, che riguarda il salvataggio di un cucciolo di Dalmata. Sono trascorsi circa 20 anni eppure le immagini di quei momenti sono vividamente presenti nel mio cuore. Eravamo stati allertati per un soccorso a seguito di un incendio in un grosso magazzino al pianterreno di un palazzo di 12 piani a Palermo. Bisognava recuperare il cane all’ultimo piano, ma non erano più fruibili né le scale né l’ascensore. Insieme con il collega pilota ci siamo alzati in volo portandoci fino alla terrazza. Eravamo su un AB 206, cioè il nostro elicottero “piccolo” e ci è stato così possibile appoggiare un pattino sulla terrazza dove mi sono fatto lasciare. Raggiunta l’ abitazione ed individuato il cane, ho potuto recuperarlo e trasferirlo nella zona adiacente. Forse vi chiederete cosa ci sia di emozionante nell’ avere recuperato un animale. Vi garantisco che è sempre emozionante salvare un essere vivente, ma in quella specifica occasione mi colpì come il cagnolino avesse dimostrato una sensibilità quasi “umana” lasciandosi imbracare senza timore nei miei confronti e, appena arrivati a terra, ripagando il nostro impegno con inequivocabili manifestazioni di “gioia”, scodinzolando, saltando e abbaiando festosamente. A volte, una persona non riesce a trasmettere tanta gratitudine…
Come mai lei ha scelto di svolgere questo difficile lavoro?
Questo mestiere lo fai se lo senti veramente dentro. O, almeno, così è stato per me. E’ una passione quella che il vigile del fuoco esprime. Bisogna avere una forte vocazione verso il prossimo, abnegazione e spirito di sacrificio. Tanta preparazione, studio e continui aggiormanenti.
Mi scusi per la domanda cruda: ma lei sinceramente ha mai avuto paura della morte mentre era in servizio?
Sarei falso se non lo ammettessi, ma è anche vero che questa condizione ci aiuta nella nostra quotidianità a tenere alta la soglia di attenzione e ad agire con precisione e rigore per evitare errori che potrebbero risultare fatali. Noi vigili del fuoco lavoriamo in squadra. Pertanto, la nostra vita è spesso legata a quella di un altro collega che ci sta accanto e che ci sostiene. Noi elicotteristi andiamo in volo solitamente in sei persone (due piloti, due tecnici di bordo e due SAF o elisoccorritori) e se non c’ è fiducia reciproca l’intervento, anche il più banale, si può trasformare in tragedia.
Che cosa si sente di dire ai bambini che sono la nostra speranza per rispettare l’ambiente e per prevenire gli incendi?
Non credo sia necessario dire loro qualcosa. Tutti i bambini, quando vedono sfrecciare un mezzo dei vigili del fuoco oppure un uomo con la nostra divisa, si emozionano. Il vigile del fuoco è uno tra i mestieri più amati. Infatti, credo non ci sia bambino che non abbia gioito dopo aver ricevuto in dono il modellino di un autopompa, di un autoscala o di un elicottero con i nostri colori rosso fuoco.
Già da qualche anno, sin dalle prime classe elementari, si parla di protezione civile. Grazie alla lungimiranza dei dirigenti scolastici, in molti istituti, i nostri colleghi pensionati uniti in associazioni ed anche molti volontari di protezione civile, durante incontri e momenti di riflessione, coadiuvano i docenti per trasmettere e far propagare la cultura della prevenzione. Certo, noi dobbiamo fare ancora di più e meglio, ma, per raggiungere questo obiettivo, il legislatore dovrebbe mettere a disposizione degli specifici finanziamenti. Prevenire è meglio che curare
Che cosa si sente di dire a tutti i siciliani che vogliono fare qualcosa per aiutare il Nostro Paese?.
Ogni siciliano dovrebbe guardarsi dentro e mettere a disposizione la generosità che ci è tipica, al fine di creare le condizioni per rendere sicura e vivibile questa nostra meravigliosa terra di Sicilia.
Anche suo padre è stato un vigile del fuoco, che cosa è cambiato rispetto ai tempi di suo padre nel lavoro dei vigili del fuoco di oggi?.
Gli strumenti ed i mezzi di cui oggi siamo dotati sono ovviamente più evoluti e sofisticati. Ma, di fondo, nulla è cambiato nel modo di agire e nello spirito che sta alla base del nostro operato. Sia mio padre che, ancora prima mio zio, stimato istruttore presso la nostra scuola di formazione professionale di Capannelle, mi hanno trasmesso la vocazione verso il prossimo e mi hanno insegnato ad essere riflessivo e calmo. In questo delicato mestiere la tempestività è sicuramente un fattore determinante ma la concentrazione e la capacità riflessiva sono altrettanto importanti; dalla commistione di questi tre elementi dipende l’esito positivo di ogni azione di soccorso.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Secondo la normativa vigente, dovrò attendere altri 9 anni per potere andare in pensione. Ad oggi, la mia attività lavorativa ed il sindacato mi impegnano molto e pertanto non ho avuto modo e tempo di pensare al mio futuro una volta dismessa la divisa da elicotterista.
Tutti noi abbiamo grande rispetto per i vigili del fuoco. Personalmente, da Maestro elementare, non c’è giorno che non parli di voi con i bambini che vi adorano… eppure questo Paese continua a bruciare… Faccia un appello per fermare gli incendi dolosi a tutti i lettori attraverso le pagine di Sicilia On Press che è un giornale online molto seguito in Italia.
Sì, è vero… il mestiere o, come diciamo noi la ‘Mission’, di vigile del fuoco è tra le attività più amate e rispettate dalla collettività. Non c’ è occasione in cui la gente ci faccia mancare il proprio calore, unito all’ affetto e alla riconoscenza. I “social” lo certificano quotidianamente. Ciò rappresenta per noi il carburante per andare avanti e profondere ancora di più e sempre meglio seppur vivendo in condizioni di (a)normale emergenza a causa di un organico ridotto all’osso, di un parco macchine insufficiente e non adeguato e di strumenti di protezione individuale ancora in fase di implementazione. Questi limiti non ci impediscono comunque di lavorare per la gente e di salvaguardare la loro incolumità dando il meglio di noi stessi.
Prima di concludere, ringrazio tutti coloro che ci amano e ci sostengono quotidianamente e vorrei fare, se mi è permesso, un appello.
Dico a voi che per motivazioni varie lasciate non curate le terre, non vi adeguate alle ordinanze comunali, oppure non so per quale motivo mettete in campo azioni cruente in danno dell’ ambiente, fermatevi un attimo e ragionate. Continuando su questa strada, quale futuro stiamo lasciando ai nostri figli?. .. un futuro incerto, sicuramente caratterizzato da devastazioni di ogni genere. Contribuiamo invece, ognuno per propria competenza e per ciò che riesce a fare, a stimolare ciò che di bello e buono abbiamo nel cuore per poter rendere così questo paese più sicuro e vivibile.