di William Di Noto
Si è tenuta nella data del 10 Luglio 2017 a San Cataldo la Conferenza stampa di alcune Associazioni locali (che per l’occasione hanno dato vita ad una rete denominata “San Cataldo Solidale”), nella quale è stato presentato ed illustrato il “Documento delle espressioni della società civile di San Cataldo sull’accoglienza dei cittadini migranti”.
Il documento è stato sottoscritto da ben dieci realtà associative: Associazione Culturale e di Promozione Sociale “Attivarcinsieme” – Circolo Arci / Associata Libera, CittadinanzAttiva – Gruppo Procuratori dei Cittadini, Associazione culturale “Tam Tam”, Federazione Provinciale di Caltanissetta del MO.V.I. Movimento Volontariato Italiano, Consulta Giovanile di San Cataldo, A.N.P.I. – Sezione “Sandro Pertini”, Giovani Democratici di San Cataldo, Centro Culturale delle Donne “Felicia Bartolotta Impastato”, Associazione di Promozione Sociale “Straula”, Circolo Arci di San Cataldo, WWF Sicilia Centrale.
Il documento che, è stato trasmesso a varie Istituzioni civili e religiose (Prefettura, Questura, Tenenza Carabinieri di San Cataldo, Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale di San Cataldo, Diocesi di Caltanissetta, Parrocchie di San Cataldo, etc…), cita testualmente:
<< Per settimane a San Cataldo abbiamo respirato un clima di violenza verbale, malcelato razzismo e palese intolleranza nei confronti dei migranti. L’occasione è stata la notizia della futura attivazione, da parte di soggetti privati, di una struttura di accoglienza per stranieri nella ex Casa del Fanciullo.
Così, anche nella nostra comunità hanno trovato eco e “adepti” quei movimenti di stampo populista e xenofobo che – in Italia come nel resto d’Europa – agitano fantasmi terrorizzanti circa il futuro delle nostre società. Anche a San Cataldo, infatti, il possibile arrivo di circa novante migranti ha scatenato reazioni di vero e proprio allarmismo ingiustificato, teso ad alimentare paure che spesso sfociano in forme sempre più preoccupanti di razzismo e intolleranza.
Questo clima ha assunto dimensioni obiettivamente preoccupanti, registrando persino consensi entro le sfere politico-istituzionali (Consiglio comunale, esponenti parlamentari, ecc.) che, invece di respingere allarmismi ed informazioni false e tendenziose, nella migliore delle circostanze li ha più che tollerati.
Il cronicizzarsi della crisi economica ed occupazionale (che ancora investe l’Italia e che in Sicilia amplifica i propri effetti devastanti sulla società) ha determinato la nascita di un terreno fertilissimo dove far crescere paure e sentimenti di odio.
Questa situazione, divenuta intollerabile, impone a tutti una seria riflessione. Le sottoscritte Associazioni – espressioni della società civile sancataldese – se ne sono fatto carico, rilevando la necessità di una ferma e chiara presa di posizione culturale per cercare di contrastare questo clima intollerante, razzista e xenofobo.
Intendiamo non solo prendere posizione ma anche utilizzare tutti i mezzi culturali, politici, educativi e legali per cercare di frenare una simile regressione di civiltà. Sentiamo questo come un obbligo morale imprescindibile e chiediamo al resto della società di condividere questo sforzo.
Un particolare appello lo rivolgiamo alle istituzioni religiose sancataldesi, alle quali chiediamo uno sforzo maggiore per dare concreta efficacia ai ripetuti e forti richiami di Papa Francesco sul dovere cristiano dell’accoglienza e della tutela di chi ha bisogno di aiuto.
Intendiamo riaffermare alcuni valori fondamentali che la città di San Cataldo, come qualsiasi altra comunità che si definisce civile, non può e non deve dimenticare: il diritto alla vita, alla libertà, all’asilo in caso di persecuzioni; il rispetto della dignità umana e della personalità di ogni singolo essere umano; la solidarietà e la fratellanza; i diritti umani inalienabili, tutelati e sostenuti dalla nostra Carta costituzionale.
Sulla base di questa piattaforma valoriale offriamo la nostra collaborazione a quanti – Prefettura, Comune, Forze dell’Ordine ed altre istituzioni, Enti e organismi che si occupano di accoglienza dei migranti – sono chiamati a gestire il delicato fenomeno delle migrazioni e dell’integrazione multiculturale, con un impegno serio e maturo, ben oltre visioni pietistiche o “buoniste”.>>