Il Governatore, Angelo Gambino, ha comunicato che i lavori affidati alla Ditta Giovanna Comes, inizieranno nei primi giorni di agosto. L’intervento sarà eseguito in loco dalla restauratrice
Licata- Il dipinto raffigurante San Girolamo, seicentesco con marcate influenze Caravaggesche, attribuibile al pittore Filippo Paladini, custodito all’interno della Chiesa di San Girolamo della Misericordia dell’omonima Confraternita sarà restaurato.
Ad annunciarlo il Governatore della Confraternita di San Girolamo, dottor Angelo Gambino. Il Consiglio d’Amministrazione su sua proposta ha dato incarico alla Ditta della restauratrice Giovanna Comes, e comunicato l’inizio dei lavori nei primi giorni di agosto alla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Agrigento.
“L’intervento– ha spiegato il Governatore Gambino – verrà eseguito all’interno della nostra Chiesa nel quartiere Marina direttamente dalla restauratrice Giovanna Comes, titolare dell’omonima ditta in possesso di tutti i requisiti necessari per interventi su opere d’arte”.
Il dipinto, come indicato nella relazione della restauratrice, è stato eseguito su tela con preparazione bruna rossiccia e dipinto con colori ad olio con la tecnica della pittura a velatura. La cornice coeva è stata concepita proprio per il dipinto ed è stata realizzata con intagli raffinati e rifinita con oro zecchino a guazzo su bolo arancio.
“L’ultimo intervento – ha sottolineato il Governatore Gambino – di restauro risale agli anni 80. I tecnici ci dicono che si presenta in discrete condizioni di conservazione ma occorrono lavori di pulitura, disinfestazione, fissaggio di porzioni di colore sollevato dalla tela, stuccatura e reintegrazione pittorica, verniciatura. Tutte le fasi di lavoro saranno fotografate. Abbiamo già provveduto nelle ultime ore a rimuoverlo dalla parete dell’altare e a scenderlo a terra per iniziare al più presto l’intervento”.
Del quadro di San Girolamo scrive anche lo scrittore agrigentino Andrea Camilleri nel suo romanzo “Il colore del sole”. Anni fa anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi aveva visto l’opera riconoscendone le influenze caravaggesche e l’indubbio valore artistico.