“Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia, su una spiaggia, non si può violentare, probabilmente non conosce questa regola”: a dichiararlo è stata Carmen Di Genio, avvocato e membro del Comitato Pari Opportunità della Corte d’Appello di Salerno (Notizia Ansa).
Intervenendo al Convegno Nazionale sulla sicurezza e la legalità, l’avvocatessa ha parlato di Stato di diritto, di difetti di leggi mancante in alcuni Paesi, di terrorismo e di integrazione. E quindi che facciamo? Non conoscono le regole e li dovremmo, evidentemente, giustificare. Ce ne facciamo una colpa?
In realtà, se torniamo indietro al tempo dei primi arrivi a due decenni fa, almeno in territorio agrigentino, difficilmente i migranti sono stati protagonisti di atti criminali. Alla terza generazione in Italia, hanno capito che possono fare ciò che vogliono, anche molestare o violentare, tanto non conoscono le regole. In uno dei tanti sbarchi fantasma di alcune settimane fa, sulle coste agrigentine, la prima cosa che hanno fatto i clandestini sono stati gli apprezzamenti pesanti all’indirizzo delle donne presenti sull’arenile.
Pur non conoscendo le regole, avranno capito bene che la Polizia da noi agisce diversamente dai loro Paesi d’origine. In Italia può anche diventare bersaglio di tiro con l’uovo o con la bombola del gas. Si sarà sparsa la voce.
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