Del progetto di Bartoli, ne parlerò solo sabato, dopo la conferenza stampa. E’ giusto che sia così.
Nell’attesa vorrei chiarire la posizione di Siciliaonpress che alcuni tirano da una parte e altri dall’altra.
Nell’articolo “La conquista del castello” la notizia è la lettera del vicesindaco con delega alla Cultura inviata al sindaco e al notaio Bartoli, punto.
Quale è la benzina buttata dalla stampa sul fuoco della polemica?
Certamente, non si può chiedere ai giornali di censurare e nascondere il documento. Il dottore Fanara esprime la sua opinione, condivisa o non condivisa dal giornalista o dalla cittadinanza. E io ho il dovere di dare la notizia.
Personalmente di campane ne voglio ascoltare sempre due e, ieri sera, prima della pubblicazione dell’articolo ho chiamata il sindaco Manganella, che ha rinviato qualsiasi commento a sabato prossimo.
La mia opinione, senza entrare nel merito che al momento, ripeto, non conosco, è di dare spazio a qualsiasi progetto miri a migliorare la qualità di vita della città.
Ora, se non conosco i dettagli dell’iniziativa di Bartoli, un’idea sulla persona, invece, me la sono fatta ed è quella della persona perbene che deve, necessariamente, confrontarsi con la politica per portare a termine i suoi propositi.
E’ un notaio, un libero professionista, interessato alla cultura. Non è un “imprenditore della cultura” e mi fermo qui.
Allo stesso modo non è “un imprenditore della politica” l’ex prefetto Carlo Fanara.
Sabato prossimo ci racconteranno, in conferenza stampa, le loro ragioni.
Sicuramente, entrambi, riconoscono al popolo la proprietà del castello. Popolo è una parola andata in disuso nel linguaggio politico, ma loro sono due persone che non appartengono alla politica e apprezzeranno l’utilizzo del termine.
Il popolo, intanto, deve sapere prima e non a cose fatte il destino della proprietà comune, ché già su questo fronte è stato abbondantemente sodomizzato. Di Piazza Giarritella, Piazza Libertà, Fonte Canali sarebbe stato opportuno parlarne prima della distruzione della loro identità. Molto probabilmente il popolo non avrebbe accettato. Preciso, per qualche malpensante, che l’accostamento con il castello vale solo nel conoscere il progetto prima dell’esecuzione. Non ci sono altri riferimenti.
Aspettiamo sabato
1 commento
Signor Pullara ma dove si è visto mai che un progetto per la realizzazione di una piazza o di un edificio pubblico debba prima essere discusso con tutta la popolazione? esistono degli organi competenti in cui lavorano tecnici e professionisti del settore che hanno responsabilità in merito. Pensi, per esempio, se per sventrare le città (come Palermo , Roma e molte altre ) nel 1800 avessero chiesto parere ai cittadini oggi di sicuro nun avremmi i grandi viali e salotti cittadini o pensi se per costruire la tour Eiffel avessero chiesto il permesso ai cittadini. potrei continuare all'infinito con moltissimi altri esempi. Immagini se Lei per pubblicare un suo articolo dovesse sentire il parere dei suoi cittadini o dei suoi lettori, non le semprerebbe un po assurdo? Di sicuro tutti i progetti vanno confrontati e discussi tenendo conto delle esigenze di chi dovrà vivere quegli spazi ma ciò non significa che se per esempio a piazza Fonte Canali prima lavavano le automobili scaricando detersivi nei canali che irrigano gli orti , allora oggi si potrebbe progettare un lavaggio auto . i progetti mutano i luoghi ma deve essere il fruitore a rispettarlo e viverlo nel migliore dei modi. La invito prima di scrivere determinati articoli su opere architettoniche di sfogliare qualche rivista di architettura e osservare cosa succede nelle altre città europee. Distinti Saluti Arch. Calogero Vetro
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Caro architetto capisco la sua difesa su "opere di architettura" che hanno violentato e mortificato la storia del nostro paese. Lei mi invita a sfogliare qualche rivista di architettura e osservare cosa succede nelle altre città europee, io mi auguro che ciò che è successo a Favara non accada in nessuna città europea.
Con stima
Franco Pullara