Ricevere l’acqua ogni dieci giorni, e più, non è accettabile e tantomeno non sono accettabili le giustificazioni in un territorio che ha affrontato la siccità e la vera emergenza idrica del 2002 con meno disagi rispetto al momento attuale.
Afferma Girgenti acque che le cause del disservizio “derivano sia dalla carenza di risorsa idrica proveniente dal potabilizzatore ubicato nel Comune di Santo Stefano di Quisquina (gestito dalla Girgenti Acque S.p.A.), che ai guasti che hanno di recente ripetutamente interessato l’unico adduttore idrico posto a servizio del Comune di Favara (acquedotto Voltano), che conduce l’acqua dal su menzionato impianto di potabilizzazione fino al Partitore ubicato nel Comune di Aragona e, dunque, da lì Favara”.
E’ una mezza verità!
Vero è che l’acqua del Voltano arriva da un unico adduttore, attenzione sola quella del Voltano, non è vero che Favara può essere alimentata esclusivamente dal Voltano. Al Partitore di Aragona verso Favara può arrivare anche l’acqua di Siciliacque.
La differenza è economica. Il Voltano è una risorsa idrica nella diretta gestione di Girgenti acque, mentre deve pagare le forniture di Siciliacque. Diciamole queste grandi verità all’utenza e all’opinione pubblica.
In pratica, a fronte di un guasto nel sistema del Voltano si può scegliere di lasciare a secco i favaresi per tutta la durata delle riparazioni o, in alternativa, la città può essere approvvigionata dalle risorse di Siciliacque.
La scelta, a mio parere, dovrebbe dipendere dalla considerazione che si fornisce un bene essenziale, non dovrebbe prevalere il fattore economico.
Non solo, inaccettabile è la lunga serie di guasti che si verificano nel sistema Voltano. Come è possibile che si agisce sempre a babbo morto? Mi faccio la domanda nella certezza della risposta di Girgenti acque, come dire, non voglio negare il piacere all’azienda.