Le liste elettorali sono confezionate in modo da agevolare al massimo la riconferma degli uscenti. Del resto, fenomeno che non appartiene alla vera politica del passato, il deputato è egli stesso il partito politico, questo nella stragrande maggioranza di casi. La prova è che all’interno dell’Assemblea regionale significativo è il numero dei rieletti, una sorta di deputati a tempo indeterminato.
Nella campagna elettorale in corso, c’è qualcosa che non sta funzionando nella logica delle riconferme.
E’ la mia opinione, ma a naso sembrerebbe che molti ricandidati resteranno a casa e che la Sicilia avrà una Assemblea rinnovata.
Le liste sono state formate sempre allo stesso modo, ma, in questa occasione, c’è un fattore che è stato trascurato e che ogni giorno prende maggiore visibilità. Sto parlando del voto di opinione, quello per intenderci presente nella elezione diretta del sindaco. Le sale affollate, le riunioni, gli accordi con i portatori di borse di voti oggi non dicono nulla o dicono poco.
Il voto di opinione contiene la condanna senza appello alla politica regionale che pur “attrezzata” con i migliori strumenti dello Statuto speciale non ha saputo risolvere le grandi problematiche dell’Isola.
Di che meriti possono vantarsi? Quali passi in avanti ha fatto l’Isola? Questa volta mi faccio le domande e mi do le risposte. Non abbiamo fatto un solo passo avanti, con i nostri eroi affaccendati a lottare l’uno contro l’altro. Abbiamo persino assistito alla spazzatura in gita per la Sicilia, a spese, ovviamente, dei contribuenti. Discariche chiuse, e discariche aperte a singhiozzo per adempimenti che potevano benissimo essere previsti in tempo. Lavori pubblici in picchiata libera. Finanziamenti previsti e non arrivati. Una tassazione che non tiene conto della capacità di reddito dei cittadini. Un disastro il lavoro giovanile. La questione servizio idrico non affrontata almeno per ridurre il costo all’utenza. Di contro, non sono stati campanello di allarme l’evasione fiscale, dovuta essenzialmente alla povertà della popolazione, le proteste dei disoccupati, dei precari, le denunce dei sindacati sul lavoro nero ormai avvertito come un ammortizzatore sociale, il dramma dei pensionati che devono sopportare la tassazione regionale. Fiumi di soldi divorati dal mal governo.
E ancora, nessuna programmazione a breve, medio e lungo termine.
Ad ascoltare loro di meglio non potevano fare. Il loro meglio è sotto lo sguardo di tutti. C’è disagio e malessere da Trapani a Siracusa salendo per Catania e Messina e ritornando a Trapani.
C’è la crisi internazionale, lo Stato centrale taglia i trasferimenti e le gran menate di una classe politica che uccide il presente e nega un futuro ai giovani.
Non hanno saputo interpretare i bisogni della gente. Chi di loro, nel nostro territorio, si è preso carico del problema idrico? Di chi è la responsabilità di una provincia di Agrigento divisa tra Comuni che possono godere di acqua tutti i giorni e a basso costo e l’altra parte senza acqua e con costi elevatissimi? Chi ha osteggiato la nomina dei commissari nominati per dare corso alle stesse leggi che regolano il servizio?
E’ un elenco lungo di domande sulle malefatte, nelle risposte sta il giudizio della gente e la formazione del voto di opinione.