Nel nostro territorio è difficile vedere giovani al lavoro. Vecchi sempre più impegnati nel lavoro e giovani disoccupati, un controsenso italiano con maggiore ricaduta nel meridione.
Intanto, i giovani sono i primi a volersi scommettere e a impegnarsi per mettere a frutto le loro capacità, con la consapevolezza che devono affrontare una corsa ad ostacoli nella quale non sono ammessi gli errori. Devono farcela, restando o lasciando il territorio d’origine, con una valigia piena di voglia di lavorare e titoli di studio.
Non hanno difficoltà a farsi apprezzare e sono, manco a dirlo, più tecnologici e più pazienti degli occupati anziani, stanchi e con pochi stimoli a continuare.
Considerate le significative dimensioni della disoccupazione giovanile è difficile incontrarli, mi riferisco ovviamente ai giovani che lavorano. Recentemente, ho avuto la fortuna di conoscere un giovane, Pasquale Caramanno, laureato in Tecniche Audioprotesiche, lavora ad Agrigento e saltuariamente a Favara. Non voglio spazzolare nessuno in particolare, ma tutti i giovani che lavorano si, perché lo meritano. E allora Pasquale, per quanto mi riguarda rappresenta tutti i giovani di buona volontà, sono tantissimi. Pasquale è letteralmente conteso da chi ha la necessità di una protesi acustica. Conteso per essere disponibile e preparato, per essere un giovane che come i suoi coetanei si mette in gioco nel dare il massimo. Giovani che lavorano, tutt’altra storia che la dice lunga sulla necessità del cambio generazione nel mondo del lavoro.