La fame non è titolo sufficiente a dimostrare la povertà
Ci siamo occupati di un, fino a poco tempo fa, “invisibile”. Un ragazzo di 33 anni solo e abbandonato al suo destino. Il nostro giornale ne ha semplicemente parlato, ed è l’ultimo nell’elenco dei soggetti che lo stanno aiutando e personalmente mi commuovo a pensare quanta bellissima gente nel silenzio aiuta gli altri.
Sono andato a trovare il nostro amico ospitato amorevolmente dalla Comunità Cristiani nel mondo. Ci vado per sapere come, di più, per capire se continua a volersi fare aiutare, perché molto spesso, strano a dirsi, il vero problema e la voglia di farsi aiutare di chi, suo malgrado, è caduto in disgrazia.
E’ come si fosse svegliato da un lungo incubo. E’ iniziata per lui una nuova esistenza, circondato dall’attenzione e dall’affetto di uomini e donne dai quali personalmente sono lontano milioni di anni luce, preso come sono dall’egoismo e dal soddisfare le necessità di chi mi circonda.
Per sincerarmi sul nostro amico ho parlato con Francesco un volontario che non lo segue direttamente, affidato come è a Fabio, un altro che si dona. Va bene. Lo ascolto e, vi dico, mi commuovo per l’amore che regala il volontariato e la Comunità cristiani nel mondo per tutti quelli che hanno di bisogno. Poi c’è suor Caterina e altri ancora.
Io faccio parte dell’altro emisfero, quello che chiede il modello Isee, quello di amministratori che promettono di interessarsi e poi si fermano davanti ad un ostacolo burocratico. Quello, in estrema sintesi, dove la fame non è titolo sufficiente a dimostrare la povertà.
Lui vuole farcela ed è per me la notizia più bella di Natale.
La mattina si alza presto e va in giro alla ricerca di piccoli lavori. Ha bisogno di qualche soldo per la pratica di pensione di invalidità che sta portando avanti sempre grazie al volontariato, ha bisogno di soldi per definire la pratica di successione dopo la morte della madre. Un piccolo aiuto che è stato chiesto al Comune, che non è arrivato, ne mai arriverà, perché ci vogliono le carte che non ha. Desidera frequentare la scuola per continuare i suoi studi e sarà aiutato. Ha voglia di vivere, di curarsi, pesa 30 chili.
E’ aiutato da tanti eroi che guardano negli occhi e nel cuore i bisognosi, senza stare a guardare le carte bollate.
L’amore che lo circonda, credetemi, è il migliore augurio di buon Natale per tutti noi.