A prescindere da ciò che è stato detto in conferenza stampa, la vera notizia che viene fuori dalla manifestazione di ieri sera è che i giovani credono nel progetto di Bartoli. Mentre Andrea Bartoli si è caricata sulle spalle la grande responsabilità di non deluderli.
Il Castello sarà un laboratorio “destinato – ha detto Bartoli – alla ricerca e sperimentazione di buone pratiche per migliorare il modo in cui le persone abitano, lavorano e stanno insieme nelle loro città .
Ci occuperemo di architettura sostenibile, agricoltura urbana, e design degli spazi pubblici anche in funzione delle future scelte di sviluppo strategico della nostra Città”.
Per sviluppare questi progetti si farà ricorso allo “stare insieme”, che sarebbe di per se un’ottima regola per risolvere qualsiasi problema di Favara.
Il Castello accoglierà altre manifestazioni, ma sarà Bartoli a decidere di volta in volta se accettare di ospitarle.
Lo farà nelle vesti di esperto del sindaco. Sarà il direttore artistico del Castello quando la politica inserirà la particolare figura nel regolamento comunale del castello, ma, già ieri, si è parlato di una possibile istituzione di una fondazione destinata a gestire il maniero.
Finisce qui la parte più interessante della conferenza stampa e, adesso, per dovere di cronaca dobbiamo raccontarvi la più pesante e la meno comprensibile, precisamente la parte riguardante la politica.
Ricordate le cose scritte e dette del vicesindaco, bene, ieri abbiamo ascoltato un suo sosia di parere opposto al suo. Tutto va bene. E se va bene a Carlo Fanara, va benissimo al sindaco che raccoglie a piene mani i risultati positivi del suo progetto di allargare la partecipazione nell’amministrazione ai comitati e al notaio.