Giuseppe Maurizio Piscopo
Lelio Castaldo, giornalista. Ha iniziato presso l’emittente televisiva ABS Tv e poi è stato il corrispondente di Antenna Sicilia e TRM. E’ stato il corrispondente per la Sicilia di Radio Italia Vera. Oggi conduce a Teleacras la trasmissione “Nuove Opinioni” ed è Direttore responsabile del quotidiano on line www.sicilia24h.it Ha collaborato per tanti anni per il quotidiano “La Sicilia”.
Quando nasce esattamente la tua passione per il giornalismo?
“Non lo so nemmeno io. Sicuramente mi ha incantato il lavoro di mio fratello. Lo trovai assolutamente interessante e un giorno gli dissi se potevo scrivere un articolo per il giornale che dirigeva; ci provai. Ricordo che l’articolo riguardava un incidente stradale. Più o meno me la cavai. E poi piano piano…”
Come eri da bambino, che ricordo hai dei tuoi compagni, del maestro?
“Ero tosto, ma sempre rispettoso verso gli altri. Con i miei compagni ci siamo ritrovati un paio di anni fa in una pizzeria. E’ stato bellissimo anche se ad un certo punto si avvicinò un compagno e mi disse: “Chi sono io?” Mi ha messo in difficoltà. Non lo ricordavo! Alle elementari ho avuto una maestra eccezionale. Ricordo solo il cognome, Licata. E’ stata una mamma prima di essere una maestra”.
Sei stato un bambino felice?
“Si. Ho avuto genitori straordinari”.
Per te sono felici i bambini di oggi?
“Bella domanda! Una cosa è certa: i bambini di allora eravamo felici con poco; oggi credo che non sia più così. Mi fermo qui perché altrimenti ci sarebbe da scrivere cento pagine di risposta. Oggi accadono troppe cose strane, impensabili 40 anni fa…”
Sei stato definito un giornalista impegnato e controcorrente per il modo schietto e lineare di raccontare la Sicilia, mi vuoi spiegare meglio…
“Non so se ci riesco, ma l’impegno nel mio modo di lavorare lo metto sempre. Questo è un mestiere delicato e difficile. O lo ami o lo cambi. Qualcuno mi ha definito controcorrente? Beh, forse è vero. Mi tengo gelosamente questa etichetta e il mio modo di fare giornalismo, giusto o sbagliato che sia. Di sicuro non sono un giornalista che aspetta il fax per scrivere una notizia…”
Ho conosciuto Enzo Biagi a Palermo. Sono rimasto incantato nell’ascoltare i suoi consigli, quelli di entrare nelle case degli italiani in punta di piedi con un grande rispetto per i telespettatori. Tra quelli che ascoltano, che vedono, che leggono ci sono fasce deboli che meritano grande attenzione…
“Quando sono in tv e quando scrivo non credo proprio di entrare nella case dei telespettatori e dei lettori in punta di piedi. Come dicevo prima ho un modo tutto mio di fare giornalismo e pertanto a volte può significare di entrare nel video con una certa veemenza. Fermo restando che i telespettatori e i lettori delle fasce deboli hanno tutto il mio rispetto. Per quanto mi riguarda la vera anima del giornalismo è…chi ti legge!”
Oggi le notizie sulle violenze sulle donne vengono date in un modo scorretto, con questo finto approfondimento della notizia che cerca di scavare sul fatto senza cercare le cause della crisi che investe tutta la società. Bisognerebbe partire dalla scuola, educare sin da piccoli a rispettare la mente, la persona… Sei d’accordo?
“Si. I tempi sono cambiati, il mondo è cambiato. E’ cambiato anche il modo di fare giornalismo ma anche, ahimè, il modo di fare scuola. Prima la trovavo molto più preparata, anche se andava di pari passo con i tempi. Il dramma della violenza sulle donne, grazie al giornalismo di oggi, esce allo scoperto. Prima molti drammatici fatti si nascondevano. Se la vediamo sotto questo aspetto meglio il giornalismo odierno. La scuola di oggi ha un compito assai delicato”.
Esistono delle trasmissioni faziose?
“Eccome! Ricordo Santoro. Ho sempre pensato: Ma quando morirà Berlusconi, Michele di cosa si occuperà?”
Quali sono stati per te i maestri del giornalismo?
“Montanelli e Feltri”.
Molti non sanno che è tuo il famoso spot di Cuffaro con la coppola siciliana, è stato trasmesso dalle tv di tutto il mondo compresa la CNN. Che ci puoi dire in proposito?
“Il vero problema è che molti lo sanno! Quanta demagogia, quanta strumentalizzazione, quante schifezze. Anche io, mio malgrado, entrai fino ai capelli nella lotta che c’era tra la sinistra e Cuffaro. E dire che lo spot lo abbiamo registrato per beneficenza. I giornali nazionali di sinistra accusarono anche me con editoriali in prima pagina di essere un degno compagno di Cuffaro perché la camicia che indossavo, a quadri, faceva riferimenti a cosa nostra! Porcate su porcate. Tra l’altro, per come conosco io Cuffaro, non mi pento assolutamente di quello che ho fatto. Lo rifarei altre cento volte.
E sullo Special del bandito Salvatore Giuliano che ha inchiodato moltissime persone davanti alla tv… Qual è la verità sulla morte di Giuliano, so che alla verità si è avvicinato il regista Francesco Rosi, ma c’è molto altro da sapere sui mandanti di Portella della Ginestra…Qual è la tua opinione in proposito?
“Lo speciale su Giuliano è stato davvero un documento eccezionale. Ricordo che la tv di Stato tedesca era molto interessata ad acquistare un pezzo di quella intervista. La troupe di Opinioni è stata tra le prime ad entrare nell’intimo di quella che era stata la casa di Salvatore Giuliano. Mi ha destato una notevole impressione immortalare quelli che erano gli affetti più cari del bandito; il suo letto, la sua bicicletta, il suo piatto, i suoi vestiti. Un particolare che nessuno lo sa: quando iniziai la registrazione con il nipote di Giuliano, il figlio della sorella, presentai lo stesso come il “nipote del bandito Giuliano”. Apriti cielo! In trasmissione mi disse: “E lei non si vergogna a chiamare bandito mio zio? Che cazzo di siciliano è?” Sulla morte di Giuliano ci sono molti punti oscuri; so per certo che le carte del segreto di Stato rimarranno tali fino a quando moriranno tutti i parenti di Giuliano, fino alla settima generazione”.
Agrigento ha avuto la promessa di un aeroporto, che non si fece mai. Tutte le campagne elettorali degli ultimi 50 anni sono state centrate su questo tema. Perché questa provincia non decolla?
“Ogni terra merita i politici che elegge. Noi vuol dire che meritiamo questi caproni”.
Che cosa hanno sbagliato i siciliani per avere una classe politica così inadeguata?
“Votarli”.
Qual è il futuro dei giornali cartacei e quello della Tv?
“La tv non teme nulla. Anzi la vedo sempre più straripante. Per quanto riguarda i giornali cartacei non credo che spariranno ma presto, molto presto, ridurranno le proprie vendite almeno del 90%. L’inesorabile calo, a vista d’occhio, è destinato sempre ad aumentare. L’avvento del web ha dato una forte mazzata al mondo cartaceo”.
La trasmissione “Nuove Opinioni” è molto seguita. La rubrica “Filo di Nota” altrettanto. Sarà forse perché creano dibattito e polemiche?
“Sia la trasmissione che la rubrica nascono da una idea del giornalista controcorrente. Sarà forse per questo?”
Anche il giornale online che dirigi va a gonfie vele, qual è il segreto del tuo successo?
“Colgo l’occasione per ricordare che sono stato uno dei primi, se non il primo, a portare l’informazione on line ad Agrigento. Di questo sono orgoglioso. Il giornale che guido, www.sicilia24h.it riesce a darmi tante soddisfazioni, ovviamente non senza sacrifici. C’è una redazione che giorno dopo giorno cresce in modo esponenziale. E’ il lavoro di gruppo che ti premia”.
Qual è il maggiore difetto degli agrigentini?
“Molti guardano l’erba del vicino. Questa è una cosa brutta”.
E il maggiore pregio?
“Sarebbe un pregio se molti evitassero di guardare l’erba del vicino…”
Tu hai ricevuto moltissimi premi : Palcoscenico, Sipario, Sikele, Castello di Pietrarossa, il nazionale TV e Informazione (a Milano) e tanti altri. Che cosa provi interiormente quando ricevi un premio?
“Ricevere un premio per la tua attività giornalistica è sempre un piacere. Vuol dire che qualcuno si è accorto che ci sono anche io…”
Perché i siciliani non accettano le critiche?
“Perché sono siciliani! Anzi al contrario sono quelli che criticano di più”.
Tu hai intervistato molti personaggi pubblici, chi ti ha colpito di più e perché?
“Sicuramente il presidente Giulio Andreotti. Straordinario uomo e statista italiano. Quando ci ha ricevuti a palazzo Giustiniani per l’intervista ci ha trattati come se fossimo di RAI1. Grande rispetto. Molti altri politici sono stati piuttosto cafoni. Poi mi ha colpito la semplicità di Sandra Milo; ogni quarto d’ora dovevamo fermarci perché aveva le lacrime. Anche lei una donna straordinaria. Infine il noto esorcista Padre Amorth. Dopo l’intervista ho rivisto qualcosa della mia vita”.
Riavvolgendo il nastro, rifaresti le cose che hai fatto, rifaresti ancora il giornalista?
“Assolutamente si e rifarei le stesse cose fin qui fatte”.
Infine, non posso non salutare il mio grande amico e collega (ma più amico!!!) Franco Pullara che mi sta dando, tra l’altro, ospitalità nel suo giornale. Come si dice dalle nostre parti…’Lu zignavu… e lu persi’. Il suo giornale vola grazie alla sua professionalità. Sono felice per lui. Lo merita.