G. M. Piscopo
Rosario Riginella nasce a Palermo nell’agosto del 1970. Ha studiato Scenografia Teatrale presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo laureandosi nel ’95.
Ha frequentato un corso di Operatore Grafico di Cinema d’Animazione e dal ’96 lavora come disegnatore di cartoni animati.
Ha alternato questa attività con quella di scenografo lavorando per alcune opere teatrali in giro per l’Italia.
Ha partecipato alla realizzazione di film d’animazione per il cinema e la TV come “La Gabbianella e il Gatto” e “Pinocchio” di Enzo D’Alò, “Cocco Bill” e “Tre Gemelle e una Strega” per la Rai.
Ha pubblicato alcune storie ilustrate per bambini come “La leggenda di San Nicola e Nicolino” ed. Teatrio Venezia.
È attivo nel mondo del volontariato con la Comunità di Sant’Egidio. Attualmente è coinvolto in un progetto all’interno di un dormitorio comunale di Palermo.
Come eri da bambino?
Taciturno, timido, riservato.
I ricordi del tuo maestro, dei tuoi compagni, l’atmosfera che si viveva allora a Palermo…
Il maestro delle elementari era severo ma al tempo stesso affettuoso. In gioventù aveva insegnato nel paese d’origine dei miei genitori cioè Calatafimi. Conosceva alcuni miei parenti per cui ai miei occhi era più familiare.
Ricordo pochi compagni. Avevo pochi rapporti soprattutto con le compagne per via della mia timidezza.
Palermo negli anni ’70 era avvolta in un clima di violenza e intimidazione mafiosa. Mio padre essendo un carabiniere ne ha fatto le spese perdendo serenità e spensieratezza, più qualche collega. Ma nonostante questo abbiamo vissuto bene.
Ricordi il primo giocattolo che hai ricevuto?
Ricordo un trenino elettrico comprato qualche giorno prima di Natale grazie ad un piccolo aumento dello stipendio di mio padre.
Ricordi il tuo primo giorno di scuola?
Ricordo il primo giorno dell’asilo.
I miei compagni piangevano e io non capivo perché. Non avevo paura di essere lasciato lì perché la mamma mi aveva assicurato che sarebbe venuta a riprendermi.
Quando hai deciso di fare la professione nel campo artistico e perchè hai scelto questo mestiere?
Lavoro dalla metà degli anni ’90 nell’ambito artistico. Sono un disegnatore. Ho sempre disegnato fin da quando io possa ricordare. Diciamo che non ho mai deciso consapevolmente. Il mestiere ha deciso per me.
L’incipit di una bella canzone di Paolo Conte dice così:
Vita d’artista, come t’ho vista ho detto sei mia!
(Per quel che vale)
Dalla tua grande esperienza, trovi che Palermo sia cambiata?
Certamente si. C’è più libertà di espressione e movimento. Non so qualche anno fa come viveva la fascia media e popolare della città. Oggi la percepisco arrabbiata.
Sono felici i bambini di oggi?
È opinione comune che i bambini di una volta fossero più felici, ma io credo che sia solo un luogo comune. I bambini di una volta siamo gli adulti di oggi e se per caso quelli di oggi non dovessero essere felici credo non sia colpa loro.
Chi sono i poveri oggi?
La povertà è sempre più diffusa. Oggi si può essere poveri anche con uno stipendio di base. Certamente i senza dimora, chi non ha una casa, gli anziani soli, i migranti e i profughi, i carcerati abbandonati a se stessi appartengono alla grande categoria dei poveri, della grave marginalità a cui i governi cercano di dare risposta perché ormai è evidente che siamo in uno stato di emergenza sociale.
Che cos’è per te la solidarietà?
È la base del vivere civile. È un dovere umano. È la restituzione di quella umanità sottratta a chi non ce la fa con le proprie forze.
Un proverbio africano dice: “Non c’è povero che non possa aiutare un altro povero”.
Qual è il vero significato del Natale?
È una bella domanda.
Nel Vangelo di Luca c’è scritto che Gesù nacque e fu deposto in una mangiatoia perché “non c’era alcun posto per loro “. A Natale dunque festeggiamo la nascita di un bambino che non aveva un tetto, una stanza riscaldata in cui nascere. Eppure nonostante la crudezza di tutto ciò alcuni pastori (gli ultimi della società di allora) andarono a fargli visita, come si fa normalmente andando in clinica a trovare un’amica che ha appena partorito. Gesù è il nuovo giorno che illumina la strada di chi sta nelle tenebre. Il Natale è luce non solo per le luminarie e gli addobbi ma soprattutto perché parla di speranza e di tenerezza.
Che cosa non ha fatto la scuola per i bambini?
Sinceramente non saprei dire. Forse si dovrebbe tornare a studiare la storia dalle palafitte ai giorni nostri nei tre cicli scolastici e magari anche la vecchia educazione civica.
Che cosa non hanno capito gli uomini delle donne, prima dicono di amarle e poi le ammazzano…
La nostra è una società eccessivamente maschilista e macista. Prevale la forza fisica rispetto a quella delle idee.
Palermo capitale della Cultura: che cosa bisogna fare per accogliere i turisti e
non lasciarli delusi?
Pulirla bene e meglio, potenziare i trasporti urbani, rendere accessibili musei e palazzi nobiliari. Ma anche rendere visibile la multiculturalità, la multietnicità della città.
Che cos’è per te la bellezza?
Sintesi armonica delle parti. Espressione di un progetto. Capacità di dare emozioni.
La bellezza salverà il mondo, puoi commentare questa frase di un celebre scrittore russo?
Rispondo citando un altro russo, Pavel Florenskij, matematico, filosofo e prete russo, vissuto nella prima metà del 900 e morto in un gulag sovietico.
Scrivendo alcune lettere ai suoi familiari raccomandava loro di fare tutto bene, di avere cura dei particolari perché è questo che esprime l’amore per le cose e le persone.
L’amore salva il mondo e la bellezza è associabile all’amore.
Che cos’è per te la felicità?
Avere un posto nella comunità degli uomini e delle donne, qualunque esso sia. Sapere di essere importante per qualcuno abbia tu delle abilità o meno.
Da dove nasce la violenza del nostro tempo?
Dalla incapacità di comunicare, dal desiderio di sopraffare gli altri.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro e cosa ti aspetti dal 2018?
Per il 2018 vorrei rispetto e attenzione per i più deboli della nostra società. Una comunità sana si vede da come cura i più deboli.
Il rispetto e l’attenzione passa anche attraverso la creazione di opportunità di lavoro perché ciascuno possa essere libero e autonomo. Quindi i miei progetti per l’anno che verrà sono tutti rivolti al lavoro: lavorare di più.
Auguri a tutti