Domenica 28 gennaio 2018 alle ore 16.30 si inaugura a Villafrati il “Museo delle Spartenze” dell’area di Rocca Busambra presso il palazzo Filangeri a Villafrati in provincia di Palermo. L’iniziativa culturale documenta l’esperienza delle migrazioni dei nostri conterranei in partenza per la lontana Merica. Il Museo ha sede nelle sale del settecentesco Palazzo Filangeri, per più di un secolo sede amministrativa ed economica dei feudatari conti di San Marco principi di Mirto, adesso proprietà comunale.
Il “Museo delle Spartenze”, istituzione del Comune di Villafrati, vuole rappresentare i diversi aspetti e le diverse fasi del fenomeno migratorio che ha coinvolto la popolazione dell‘area geografico-culturale dominata dalla Rocca Busambra, comprendente anche i comuni di Corleone, Ventimiglia di Sicilia, Vicari, Baucina, Bolognetta, Campofelice di Fitalia, Cefalà Diana, Ciminna, Godrano, Marineo, Mezzojuso, Prizzi, ma aperta anche agli altri comuni della provincia palermitana. Finalità principale è la documentazione e valorizzare della memoria delle migrazioni dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri, favorire la riflessione sui motivi sociali ed individuali degli spostamenti di popolazione e sullo sviluppo dei legami delle comunità degli emigrati con le terre di origine, approfondire la conoscenza del ruolo svolto dalle donne nelle varie fasi dell’esodo, stimolare il confronto tra la mobilità del passato e quella contemporanea.
La cerimonia si concluderà con il concerto „”Merica, Merica!“, musiche e canzoni tradizionali e originali della Compagnia di Canto Popolare Favarese nei locali del Teatro del Baglio. La Compagnia favarese gruppo storico siciliano conosciuto in tutto il mondo per le musiche dei barbieri è composto da: Giuseppe Calabrese voce e chitarra, Nino Nobile mandolino, Paolo Alongi chitarra, Mario Vasile percussioni, Mimmo Pontillo strumenti a plettro, Maurizio Piscopo voce e fisarmonica.La Compagnia presenterà uno spettacolo dal titolo: “Merica Merica” una sorta di viaggio tra i sogni, le speranze, le spartenze degli emigranti siciliani che attraversarono l’oceano senza conoscere una parola di inglese o di italiano applicando alla lettera l’amaro proverbio siciliano che recita: “Cu avi lingua passa u mari”.
La nuova istituzione fa parte della ”Rete dei Musei siciliani dell’emigrazione“ che comprende già le esposizioni permanenti di altri sette comuni sparsi nelle diverse province siciliane. La realizzazione dell’iniziativa è stata possibile grazie alla partecipazione di molti volontari del comprensorio e la donazione temporanea o permanente di documenti, foto, oggetti, filmati che ricordano l’esodo dei singoli e delle famiglie. Le scuole sono state invitate a collaborare attivamente alla realizzazione dei pannelli e degli ambienti e a considerare il Museo come un ambiente di crescita civile e di conoscenza storica per le nuove generazioni.