Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Vogliamo iniziare questa riflessione con una domanda. Tu che stai leggendo riesci a stupirti davanti ad una cosa bella, una persona…una notizia? Forse siamo così presi da mille cose che non abbiamo tempo di dare spazio all’emozioni, ai sentimenti… scusa se insisto, hai mai provato stupore nell’ascoltare il Vangelo?
Ascoltare con stupore il vangelo è guardare Gesù e ascoltarlo, ma con orecchio incantato, stupito, con occhio meravigliato; guardando come innamorati e ascoltando come bambini, pronti a meravigliarci, perché sentiamo parole che toccano il centro della vita e lo liberano. La folla è presa da stupore perché ascolta un insegnamento nuovo che comunica vita vissuta, un insegnamento che precede o viene seguito da azioni ben precise. L’insegnamento di Gesù è Parola che si incarna nella realtà. Non è un’omelia preparata sui libri, non è una tesi di teologia o dogmatica o un insegnamento dottrinale, Gesù ha autorità perché non è mai contro l’uomo ma sempre in favore dell’uomo.
Autorevoli sono soltanto le parole di chi è credibile, perché dice ciò che è ed è ciò che dice; quando il messaggero e il messaggio coincidono. Così per noi, se non vogliamo essere scribi che nessuno ascolta, testimoni che non convincono nessuno, è importante dire il Vangelo, perché un seme che fruttifica senza che tu sappia come, ma più ancora farlo, diventarlo. E spesso i testimoni silenziosi sono i più efficaci ed autorevoli.
Uno dei presenti, che fino ad allora non ha dato alcun segno di stranezza, dà in escandescenze e inizia ad urlare.
Che c’è fra noi e te, Gesù Nazareno?
Cosa c’entra Gesù con l’economia? La politica? Il lavoro? Gli affetti?
Quante persone sento ragionare in questo modo! “Dio c’è ma non mi riguarda, non mi interessa. Se proprio devo, indosso i panni del credente in occasione delle feste grandi, ma lì finisce.”
E questo ragionamento, purtroppo, lo sento in bocca non agli atei convinti, ma ai credenti deboli.
A quelli che vogliono sentirsi “a posto” perché non si sa mai.
L’indemoniato frequenta la sinagoga, partecipa ogni giorno a messa, col vestito buono, magari si siede sempre al primo banco.
È presente a tutti i momenti ecclesiali, magari è uno che prega: rosari adorazioni e pratiche varie di pietà, ma non vuole avere nulla a che fare con Gesù. Cristo vuole un cuore ascoltante capace di amare.
Ed ecco che Gesù interviene: non parla di liberazione, libera; con pronuncia discorsi su Dio o spiegazioni circa il male, ma si immerge come guarigione nella vita ferita e mostra che «il Vangelo non è un sistema di pensiero, o una morale, ma una sconvolgente liberazione»
Mostra che Dio è il liberatore, che combatte contro tutto ciò che imprigiona l’uomo.
Sei venuto a rovinarci?Sì, Gesù è venuto a rovinare tutto ciò che rovina l’uomo, a demolire prigioni; a portare spada e fuoco contro tutto ciò che non è amore. A rovinare il regno degli idoli che divorano il cuore dell’uomo: denaro, successo, potere, egoismi.
Contro di loro Gesù pronuncia due sole parole: taci, esci da lui. Forse è tempo di tacere e ascoltare le Parola che toglie le parole.
È demoniaca una fede che tiene il Signore lontano dalla quotidianità, che lo relega nel sacro, che sorride benevola alle pie esortazioni, senza calarle nella dura quotidianità.
È demoniaca una fede che vede in Dio un concorrente e che contrappone la piena riuscita della vita e la fede: se Dio esiste io sono castrato, non posso realizzare i miei desideri.
È demoniaca una fede che resta alle parole: il demone riconosce in Gesù il santo di Dio ma non aderisce al suo vangelo.
Liberiamoci da una fede così piccina.
Diamo retta all’unico che ha autorevolezza perché parla di cose che conosce.
A cura di Fra Giuseppe Maggiore
Buona domenica