I comunicati sull’emergenza idrica per mancanza di piogge ce li hanno somministrati in pillole, sciroppo, supposte, intramuscolo e flebo, i dati sull’apporto delle recenti precipitazioni atmosferiche li abbiamo dovuti cercare.
Il lago Castello, grazie al Cielo, ha più che raddoppiato le risorse idriche passando da 6milioni di metri cubi a circa 13milioni di metri cubi, in poche settimane. La capacità massima dell’invaso è di 21milioni di metri cubi. Il lago Leone ha raggiunto la sua quota massima con 4miliomi di metri cubi, gli ulteriori apporti idrici da questo momento passeranno nel Fanaco. Non siamo fuori dall’emergenza perché le risorse idriche vanno divise tra l’uso civile e l’irriguo, ma le piogge sono state un’ottima risposta all’emergenza.
Ora tornando alle buone e cattive notizie, va da se che se dai la brutta novità generi apprensione e sei, in qualche modo, obbligato ad informare sugli sviluppi. Viceversa, la buona notizia non ha la “coda”. Al bar con gli amici basta e avanza chiedere una sola volta come stai, in ospedale è cosa diversa, sei in apprensione e cerchi notizie sulla salute del parente o dell’amico.
E poco vale il ragionamento che i comunicati sulla crisi sono dovuti all’invito al risparmio dell’acqua rivolto all’utenza, ché agli agrigentini suona come una sciabolata in mezzo agli occhi. Che devono risparmiare? Cosa da impazzire! E come dare al figlio 5 euro per uscire con i suoi amici e raccomandargli di risparmiare… ma tieniti direttamente i soldi, in buona pace di tutti. Allo stesso modo, se mi dai l’acqua ogni tre, quattro giorni per poche ore, ma che cosa, per non dire altro, devo risparmiare?
Allora c’è qualcosa che non ci convince. Nelle emergenze si aprono i cordoni della borsa. E’ un film già visto durante l’emergenza idrica del 2002 e anche nelle precedenti, quando una pioggia di soldi non dissetò gli agrigentini della fascia costiera ma furono spesi e intascati. Lo abbiamo già visto come i terremoti e le emergenze naturali sono per qualcuno una sorta di manna caduta dal cielo. Nel 2002 si sbagliò in quasi tutta la strategia messa in campo, si buttarono i soldi, e ci salvarono le piogge e i collegamenti tra i diversi sistemi idrici realizzati circa dieci anni prima la stessa emergenza.
Sto pensando male? Certe volte a pensar male, come disse Giulio Andreotti “si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.