C’è ancora un centro storico ferito, degradato, abbandonato e per certi versi anche pericoloso nel cuore di Favara.
Un pericolo che non deriva soltanto dal fatto che le vecchie case abbandonate crollano su se stesse con le macerie che rovinano in strada e che mettono in pericolo gli abitanti delle case limitrofe e anche chi malauguratamente si trova a passare nella zona. Paura e pericolo arriva anche per la presenza sempre più insistente soprattutto nelle ore notturne di ragazzi o comunque di persone che usano quelle zone degradate per le loro azioni illecite.
Sollecitati da alcuni abitanti della zona ci siamo recati una domenica mattina a fare una passeggiata nella parte finale di via San Nicola con la congiunzione con via Reale e in quello che resta del cortile Lanfranca, tutte zone che una volta erano proprio il centro, il cuore pulsante e anche nobile di Favara. In tanti ci vivono avendo recuperato e restaurato le abitazioni di famiglia, altri vi abitano da sempre. A fare da contorno e anche da sfondo i recuperati Palazzi Cafisi, Palazzo Federichello e tante abitazioni che rendono ancora vivo e pulsante questo scorcio urbano di Favara. Ma tante purtroppo sono le case le casette abbandonate che proprio l’incuria le ha devastate e reso soltanto delle macerie.
Diciamo subito che la responsabilità e quindi l’interesse è dei privati cittadini proprietari, spetta a loro custodirli, tenerli efficienti o quantomeno in sicurezza. Ma come già più volte ribadito si tratta di vecchie abitazioni, magari con i proprietari o gli eredi che forse magari non non hanno contezza della loro reale proprietà. Che fare quindi, qual è l’azione da intraprendere. Il pubblico e quindi l’Ente Comune non può certo sostituirsi a tutti quanti, ancora c’è da risolvere la questione delle demolizioni a tappeto che si sono fatte delle case abbandonate nel centro storico dopo la tragedia di via del Carmine.
Ma se il privato non interviene comunque bisogna eliminare questo pericolo pubblico e soprattutto dare anche maggiore sicurezza a chi abita in quelle zone. Noi raccogliendo l’invito di alcuni abitanti della zona abbiamo riposto il problema all’attenzione dell’Amministrazione comunale o comunque degli uffici competenti, più di questo non possiamo fare. Speriamo che si trovi al più presto una soluzione o quantomeno un intervento anche se provvisorio che elimini il pericolo.