Dal Vangelo secondo Giovanni Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Che settimana sconvolgente la Settimana Santa! Un intreccio di emozioni, di sentimenti più o meno contrastanti. Si passa da osannare un falegname divenuto Rabi a condannarlo come un sovversivo, un rivoluzionario. Che brutti scherzi fa fare la paura del cambiamento! Gli scribi e i farisei cercando di fare l’inciucio ( mi pare che gli accordi più o meno leciti ora si chiamano così) con Pilato, pur di togliersi dalle scatole Gesù affermano che il loro re e solamente Cesare. Bugie politiche come quelle che ascoltiamo oggi, accettano un sovrano pagano purché colui che gli sta procurando notti insonni e fa ciò che loro non sono capaci di fare, venga eliminato. Si può eliminare in tanti modi una persona, con una morte incruenta, calunniandola in modo da far terra bruciata attorno, cosa che le autorità del tempo hanno fatto nei confronti di Gesù, oppure con una morte cruenta eventualmente l’infamia non bastasse.
Forse anche noi passiamo facilmente dall’Osanna al Crocifiggilo. Forse anche noi abbiamo paura del cambiamento che non è certo quello promesso da certi politici, ma è un cambiamento che parte dal cuore per arrivare nella mente e viverlo con convinzione.
Il cambiamento che vuole Cristo è la conversione del cuore, perché credere significa assumere il suo stile. Uno stile diverso dal nostro. Uno stile diverso da quello degli scribi e farisei, invaso dalla paura di perdere il potere sul popolo e la sicurezza economica. Uno stile diverso da quello di Pilato che sceglie di non scegliere. Cristo è un estremista: ama sino alla fine perché l’amore non ha una via di mezzo “Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici”.
Un amore così immenso che non finisce su quella croce, ma che prosegue senza avere un The End perché l’amore di Cristo è un amore eterno. È un amore che non è di facile comprensione, è necessario assumere lo stile di Gesù per capirlo. Pietro e compagni sono stati tre anni con lui e non sempre l’hanno capito, il suo linguaggio gli sembrava duro, i suoi gesti non sempre condivisi, basti pensare quando il Maestro si fa baciare e ungere i piedi da una donna o quando mangia e beve con pubblicani e peccatori o quando attacca bottone con la samaritana… sono stati con lui quando ha resuscitato Lazzaro, quando ha dato vita al figlio della vedova, quando ha ordinato “ Talità kum” alzati, risorgi. Erano tardi e duri di cuore ma basta un sepolcro vuoto, dei teli e un sudario per credere che Cristo è risorto.
“Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.”
Noi abbiamo compreso veramente la Scrittura? Crediamo veramente che Cristo è risorto?
La cosa sconvolgente è che l’annuncio della Resurrezione non è affidato a persone influenti, non è affidato neanche a Pietro, ma ad una donna che addirittura non ha una reputazione irreprensibile. Cristo appare per primo ad una ex prostituta, Maria di Magdala che non scappa come fanno gli apostoli, che non rinnega e non tradisce come Pietro e Giuda, ma è sotto la croce e ancora una volta vuole piangere e ungere quei piedi che hanno portato la Buona Novella per tutta la Palestina.
Va quando ancora è buio, spera di trovare qualcuno che tolga il macigno davanti al sepolcro, ma ci ha pensato già qualcun altro.
Ma perché una notizia così importante è stata affidata a una donna e poi perché proprio lei?
Perché Il Signore non fa differenze, non discrimina nessuno neanche una donna che oltre non contare nulla come donna ha un passato non molto bello da raccontare. È lei che corre, piange, racconta ciò che ha visto. Lei più degli altri ha saputo amare, come quel nardo versato sui piedi di Gesù si è “ sprecata” totalmente per Lui facendo sue le parole della sposa del Cantico dei Cantici “ io sono per l’amato e l’amato è per me”.
Non c’è più nessuno nel sepolcro, inizia a cercare Gesù, si sente chiamare per nome “ Maria… perché cerchi tra i morti colui che è vivo” ed ecco la notizia sconvolgente “È risorto, non è qui”.
Lui è, ma non qui; lui è, ma va cercato fuori, altrove; è in giro per le strade, è in mezzo ai viventi; è «colui che vive», è un Dio da sorprendere nella vita. È dovunque, eccetto che fra le cose morte. È dentro i sogni di bellezza, in ogni scelta per un più grande amore, è dentro l’atto di generare, nei gesti di pace, negli abbracci degli amanti, nella fame di giustizia, nel grido vittorioso del bambino che nasce, nell’ultimo respiro del morente. E chi vive una vita come la sua ha in dono la sua stessa vita indistruttibile.
La Pasqua come diceva don Tonino Bello è il giorno dei macigni che rotolano via dall’imboccatura dei sepolcri. E’ l’intreccio di annunci di liberazione. Si con la resurrezione di Cristo siamo liberati dalla morte, da ogni morte.
Le croci di ognuno sono solo collocazione provvisoria come quella grande croce sul Calvario, non durano per sempre “ il Calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio.” (Don Tonino Bello)
E allora gioisci, esulta perché oggi Cristo risorto talità kum, risorgi lo dice anche te precario, a te immigrato, a te padre e madre di famiglia che non sai come andare avanti, a te disoccupato, a te che non riesci a non fare a meno dello spinello e della droga più pesante, a te che affoghi tutto nell’alcol, a te che pur di avere potere denigri e calunni, lo dice a te che ti arricchisci in maniera disonesta. Lo dice a te giovane che hai paura del futuro. Lo dice a chi amministra e governa non tenendo conto delle necessità del popolo in maniera particolare dei poveri. Lo dice anche a te mafioso e terrorista perché il passaggio dalla “vita morta” alla vita vera è per tutti, perché Gesù è il Signore non fa differenze, ma ama ognuno di noi allo stesso modo, questo è il suo stile.
Cristo ci fa risorgere da qualsiasi maceria.
Che sia davvero una Resurrezione collettiva da tutto ciò che ci incatena alla pietra sepolcrale e non ci fa rinascere a vita nuova, la Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi, e perfino la morte in un’ottica di fede per essere in perfetta sintonia con lo Style Jesus Christ.
Buona Pasqua di Resurrezione