La situazione finanziaria del Comune, oberata dai debiti, è al collasso e non se parla abbastanza.
Anzi, si fa in modo di non parlarne, cercando di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica su altre problematiche meno gravi.
Del resto la politica fatica a dire alla gente che molto presto adotterà scelte impopolari. Non ce la fa, in particolare, ad informare la gente che il debito pubblico accumulato, in gran parte, dalla pessima gestione delle diverse amministrazioni si abbatterà sui cittadini destinati a pagare sempre e comunque.
Pagheremo i 9,6 milioni di debito all’Ato accumulati fino al 2011, oltre quelli relativi al 2012 e 2013, i milionari debiti fuori bilancio prodotti da una scellerata politica e quelli che si continuano a formare senza pausa.
Adesso, è in dirittura d’arrivo la Tares, la nuova tassa in cui confluiranno tutti i tributi relativi allo smaltimento dei rifiuti, con un aumento che si aggira sul 30%.
La Tares dovrebbe entrare in vigore il prossimo primo luglio, ma si chiede un rinvio a dicembre.
Ad ogni modo, arriverà e si caricherà su una platea di contribuenti già oberata di tasse e non in grado di sopportare altri aggravi fiscali.
Nulla, intanto, si fa per trovare soluzioni diverse dal semplice e storico metodo di caricare il peso ai cittadini. Non si vendono le proprietà comunali. Meglio se ne parla e si fanno grandi annunci seguiti dallo zero assoluto.
Peggio, non ci si chiede chi è oggi il contribuente medio.
Sono centinaia le imprese edili che non lavorano da almeno due anni, migliaia i posti di lavoro perduti che, a catena, generano la crisi nel commercio. E anche in questo settore si moltiplica la disoccupazione.
Nell’attuale disastro economico ci verrà chiesto di pagare ulteriori aggravi fiscali, ma la politica non se ne preoccupa. A nulla è valsa l’attuale triste esperienza dei tagli alle prese idriche per migliaia di utenti che non possono pagare per la loro povertà. Un allarme ignorato, che si cerca di coprire con diversivi di ogni genere.
Si sta male? “Nomino – dice il sindaco – dieci esperti per aiutare l’amministrazione”. Disposto a nominarne altri dieci e dieci ancora, ché la speranza non deve mancare. Si vive di speranza.
Si sogna la speranza e ci svegliano le bollette.
Ora se non posso pagare la bolletta dell’acqua a maggior ragione non posso mantenere le spese della politica, del clientelismo, della mala burocrazia e l’elenco è lungo. Non posso perdere tempo sapendo che dovrò affrontare nuove spese. Non posso andare al bar. Quanti burocrati ogni mattina ci vanno? Non posso fare concessioni ai familiari. Quanti politici continuano a farle a parenti e amici? Non posso caricare sugli altri il peso della mia incapacità, ché impoverisco i miei cari. Quanti politici si preoccupano del disagio dei concittadini?
Adesso, qualcuno penserà che il giornalista è contro Manganella. Mentre ieri lo era per Mossuto e l’altro ieri per un altro.
Dico subito che con Manganella e Mossuto mi lega una vecchia e affettuosa amicizia. Al di là dell’affetto personale ho il dovere di informare, ché anche chi fa questo mestiere, in un periodo di grave crisi, non può prendersi concessioni.
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Si raccontano le barzellette all’ammalato per farlo stare meglio
By franco.pullara3 Minuti di lettura
2 commenti
Qualcuno al bar mi ha detto:
“Non so se il paragone è forte!
Mi sembra che si stia agendo come negli anni ’70 con le stragi di Stato.
Mi spiego meglio.
Il clamore mediatico della strage per spostare l’attenzione dai reali problemi.
Parabola vuol dire:
Parlare di Castello, per esempio, o dei 10 esperti per non parlare di ……….”.
Sarà così?!
Mah
Caro direttore dici bugie, la disoccupazione è diminuita vedi le ultime assunzioni a girgenti acque o tra qualche giorno a quelle dell’Aipa,
si vede che non segui le vicende favaresi.
aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh! con rispetto e stima!