Giuseppe Maurizio Piscopo
Ciccio Leo (Francesco Leo)nasce a Palermo nel 1994.
Frequenta le scuole a Caltanissetta ed inizia gli studi musicali all’età di 4 anni sotto la guida del M° D. Carmina e del M° M.Petitto presso l’Associazione “Musica e dintorni”.
A sei anni inizia il percorso di studi accademico di Pianoforte Classico presso il Liceo Musicale pareggiato “V. Bellini” di Caltanissetta sotto la guida del M° G. La Marca.
Terminata la maturità Classica si trasferisce a Palermo per frequentare il corso di Pianoforte Jazz presso il Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo.
Nel 2016 si laurea in Pianoforte Jazz con 110/110, lode e menzione alla tesi. Oggi è laureando in Pianoforte Jazz (biennio) presso lo stesso Conservatorio e nel Luglio 2018 conseguirà la laurea/concerto in occasione del Contemporary Music Festival organizzato dal Conservatorio.
Durante il soggiorno Palermitano si integra facilmente nella scena musicale locale.
Inizia a collaborare con i docenti del Conservatorio dove studia e già dai primi anni è pianista accompagnatore delle classi di Canto Jazz del Conservatorio e della Fondazione Europea di Musica Jazz “The Brass Group” di Palermo.
Nel 2014 inizia la propria attività di arrangiatore/compositore e fonda il #RedIngProject col quale partecipa e concorre a diversi concorsi di musica jazz aggiudicandosi il Primo Premio Assoluto del concorso “B. Albanese” di Caccamo, Primo Premio (cat. gruppi) del concorso “Pippo Ardini” di Palermo, Primo Premio del concorso “Enzo Randisi” di Palermo. Nell’Aprile del 2018 è selezionato col #RedIngProject per rappresentare il dipartimento di Jazz del Conservatorio “V. Bellini” al concorso nazionale “Premio delle Arti” indetto dal MIUR che si svolgerà nel mese di Maggio a Rovigo.
Dal 2013 al 2018 svolge un intensa attività concertistica su territorio nazionale ed europeo con i”Jumpin’up”, swing band palermitana di 8 elementi che lo porta a suonare in alcuni dei Jazz/Swing Festival e Jazz Club più prestigiosi d’Europa (Breda Jazz Festival, Half Note Jazz Club di Atene, Rock That Swing Festival di Monaco, Festival de Mirande, Summer Jamboree di Senigallia) e concerti in molte città italiane ed europee (Graz, Monaco, Malta, Biberach, Kassel, Leibnitz, Hohenems, Viechtach, Napoli, Roma, Desio, Treviso, Lipsia etc…).
Nel 2014/15/16 frequenta i seminari tenuti dal “Berklee College of Music” di Boston in occasione delle “Umbria Jazz Summer Clinics” dove ha avuto l’onore di condividere il palco durante le Jam Session notturne con alcuni tra i jazzisti più affermati del panorama internazionale (Joey Calderazzo, Cory Henry, Jacob Collier, Justin Faulkner, Fabrizio Bosso etc…). Nell’inverno del 2016 viene chiamato da David Boato, noto trombettista e docente di tromba delle Clinics, per una tournée con un quintetto internazionale che tocca alcuni dei club più prestigiosi del nord Italia (Al Vapore di Marghera, Cantine dell’Arena di Verona).
Nel Settembre del 2017 ha il piacere di iniziare un percorso di collaborazione con la Lab Orchestra di Palermo che lo porta a suonare con artisti di spessore della scena musicale italiana (Marco Masini, Paolo Belli, Silvia Mezzanotte, Matteo Becucci, Moreno, Miele).
Oggi si trova a Palermo e lavora come arrangiatore/produttore di diversi artisti locali e non.
Chi è Ciccio Leo visto da Ciccio Leo nel 2018?
Bella domanda… L’immagine che ho dall’esterno è quella di un musicista per lo meno professionale. In questi anni ho curato molto questo aspetto, la puntualità, la scrittura meticolosa del repertorio che vado ad affrontare ogni sera. Riconosco di non avere particolari skills dal punto di vista pianistico ed è per questo che dedico almeno 10 ore al giorno allo studio della composizione, delle tecniche di arrangiamento e delle attuali tecniche di mixaggio.
Che ricordo hai della scuola elementare, dei tuoi compagni e della tua Maestra, che aria si respirava allora a Caltanissetta?
Caltanissetta è sempre stata una cittadina tranquilla, sicuramente meno “tranquillo” è stato il mio rapporto con la scuola primaria. Non conservo un bel ricordo della scuola elementare, né tanto meno dell’ambiente scolastico che respiravo ogni mattina. Oggi a distanza di anni attraverso lo studio della pedagogia generale ho ritrovato in me diversi caratteri riconducibili a disturbi dell’apprendimento dal punto di vista cognitivo. Ciò, purtroppo, non fu notato dalle mie insegnanti come un DSA ma come svogliatezza, con ovvie conseguenze. Ciò ha influito sicuramente in modo negativo il mio percorso scolastico che negli anni successivi è pian piano migliorato grazie e soprattutto ad uno splendido corpo docenti ritrovato al Liceo Classico “R. Settimo” di Caltanissetta.
Sono felici i bambini di oggi, tu sei stato un bambino felice?
Data la mia personale esperienza, non riesco ad inserire i bambini nell’unica grande categoria de “i bambini di oggi”. I bambini già da piccoli hanno ognuno una piccola storia, diversa l’una dall’altra e raggiungono la felicità in modi molto diversi. Essendo il concetto di felicità già di per se relativo, ogni bambino, a seconda del contesto sociale in cui cresce, riesce o meno a raggiungere lo stadio di felicità a seconda degli obiettivi che si pone ed all’importanza che dà alle cose o persone. Ricordo, che quando ero bambino il momento più felice della giornata era quello in cui il mio compagno di classe veniva a giocare a casa mia, o i miei zii bussavano alla porta per cenare tutti insieme. Allo stesso tempo vi erano compagni che si disperavano perché non possedevano l’ultimo modello di Eastpack o Etnies e non riuscivano ad apprezzare le tante fortune che avevano intorno.
Chi è un pianista alle soglie del terzo millennio?
Sicuramente Robert Glasper è il pianista che sta stravolgendo più di tutti la musica jazz. Glasper è riuscito a creare con la sua musica un perfetta commistione tra Jazz ed HipHop senza snaturare i due generi musicali ma dando qualcosa ad entrambi che prima, causa purismo/razzismo musicale, era inaudito anche solo discuterne.
Che cos’è per te la musica?
La musica è la mia salvezza. Nella società d’oggi, soprattutto in Italia, si perde troppo tempo nel giudicare il prossimo, senza pensare che quel tempo sprecato lo si potrebbe spendere nello studio e nell’approfondire le proprie passioni col fine di realizzare i propri obiettivi per un quieto vivere comune.
La musica è la mia salvezza perché è l’unica “arte diretta”.
Schopenhauer diceva: che la Musica a differenza delle altre arti (architettura, poesia, pittura etc…) è l’unica Arte che non necessita di alcuna decodificazione, non deve passare da nessun codice. Qualsiasi opera d’arte noi osserviamo, questa dovrà necessariamente passare dalla nostra esperienza e trovare in essa un riferimento per poter dare un nome all’immagine che stiamo guardando, così come accade nella poesia, qui useremo il codice della lingua per decodificare i suoi versi.
La Musica non ha bisogno nulla di tutto ciò, è l’unica Arte che entra diretta nelle nostre orecchie e va dritta a toccare i sentimenti bypassando ogni codice.
Ecco perché ho scelto lei, perché a prescindere da ogni giudizio ti arriva, ti prende e ti smonta.
Che cos’è il pianoforte nella tua vita?
Il pianoforte per me è solo un mezzo per creare e tirar fuori ciò che canta e vive nella mia testa.
Puoi dare una breve definizione breve di musica colta…
Non esiste musica colta o musica non colta.
Esiste musica fatta bene e musica fatta male. Se ti fa muovere o emozionare è fatta bene, se ciò non accade… c’è qualche problema.
L’esecuzione di qualsiasi genere musicale richiede una enorme mole di studio, in quanto ognuno di essi ha dietro una cultura ed un popolo con una propria storia.
Quando suoni che cosa succede dentro di te, cosa pensi, cosa immagini, cosa vedi?
Quando suono io ed i miei colleghi cerchiamo di raggiungere la massima concentrazione per poter dare il meglio ma, allo stesso tempo, vi è sempre quel margine di “gioco” funzionale a far elevare il brano eseguito ad un vero e proprio dialogo musicale, a prescindere dalle regole dello spartito. Questo viene definito in linguaggio tecnico “Interplay”.
Quali sono le ore più creative per comporre?
Qualsiasi orario va bene per comporre.
Tu e il pianoforte siete due amici, due parenti stretti o che cos’altro?
Il pianoforte è quella parte del mio corpo che viene subito dopo le dita.
Nella tua famiglia ci sono dei musicisti?
Mio padre e mio fratello suonano la chitarra per diletto. Mia madre è una appassionata di musica ed in particolare di jazz.
Qual è il tuo rapporto con la città di Palermo?
Palermo mi ha dato tutto. Oggi sono quel che sono grazie alla formazione che mi ha dato il Conservatorio “V Bellini”. Ovviamente la città ha i suoi contro che tutti conosciamo… ma anche se non vedo qui il mio futuro, rimarrà per sempre una delle mie città preferite.
Qual è il potere di una musica strumentale nel cinema?
Musica e cinema ormai camminano di pari passo. La musica nel cinema potremmo definirla come le ossa o i muscoli del lungometraggio in se. L’idea di vedere un film senza musica mi mette un po’ d’angoscia. Il compositore di musiche da film è una professione molto richiesta e molto difficile. Richiede uno studio della musica a 360° che prescinde da stili musicali. Il compositore deve essere pronto ad esaltare ogni emozione che la scena richiede. Il paradosso della musica da film è che, meno la si nota durante un film, migliore è il prodotto realizzato, perché vuol dire che si è amalgamata perfettamente alla scena senza far distogliere l’attenzione da ciò che sta accadendo sullo schermo.
Qual è il potere di una canzone?
Il potere di una canzone è quello di riuscire a far cambiare lo stato d’animo dell’ascoltatore con un semplice ascolto.
Chi sono i tuoi musicisti di riferimento?
Bruno Mars, Quincy Jones, Oscar Peterson, Rachmaninov.
Che cos’è la bellezza nella musica ?
Dal mio punto di vista la bellezza nella musica è fatta dai dettagli presenti in un brano, dal “trucco e parrucco” dato un brano in fase di finalizzazione.
Che cos’è veramente la libertà per un compositore, per una persona come te?
La libertà nel campo musicale secondo me è data dalle infinite possibilità di contaminazioni tra i generi musicali.
In Sicilia c’è un particolare modo di raccontare la vita: “Vedendo senza vedere”, “Dicendo senza dire”… Qual è il vero mistero della Sicilia?
Ahimè l’atteggiamento omertoso del siciliano non porterà la Sicilia da nessuna parte. Rimarrà così per come l’ abbiamo conosciuta, coperta da questo velo di mistero che va ad offuscare le bellissime risorse di questa terra.
La bellezza salverà il mondo, ha scritto uno scrittore russo: Fedor Dostoweskj. E’ così…
Lo spero, anche se la vedo dura. Il concetto di bellezza sta diventando sempre più oggettivo, sicuramente anche per colpa dei social network e della TV. Vedo sempre meno ragazzi con idee e gusti originali in giro.
Una bella composizione può salvare il mondo?
Sicuramente la storia ci insegna che la musica ha lasciato il segno per ogni rivoluzione sociale avvenuta nel passato tramite inni o addirittura la nascita di generi musicali alla ricerca dell’affermazione di culture ed etnie classificate come “minori”.
Ti ho conosciuto al concerto di Roberta Sava, una serata indimenticabile e sono rimasto stregato dal tuo modo di suonare il pianoforte.
Ti ringrazio molto. E’ stata una serata indimenticabile ricca di suggestioni e di emozioni.
Che cos’è per te il jazz?
Il Jazz è un linguaggio. Un linguaggio che richiede un’enorme mole di studio per essere assimilato. Ma una volta che lo assimili capisci che con questa lingua, prendendo il proprio strumento in mano, puoi parlare tutte le lingue del mondo.
Tre nomi di musicisti contemporanei…
Robert Glasper, Benny Green, Quincy Jones.
Le città di oggi sono caotiche e rendono le persone nervosissime. E’ come se perdessero il controllo, non amano più i tramonti, i fiori, i colori della luna, i colori del cielo, l’azzurro del mare, gli occhi dei bambini, i suoni del mare, delle cascate. Forse bisogna lasciare la città per ritrovare la pace con se stessi e per apprezzare il silenzio… Che ne pensi?
Ogni volta che torno a Caltanissetta per riabbracciare i miei genitori, anche se mi trattengo per pochissime ore, riesco a rigenerarmi. Lontano dal lavoro, dal traffico e dagli impegni riesco a riordinare le priorità della vita che spesso perdo di vista.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho bisogno di cambiare aria. A Luglio concludo il mio percorso di studi presso il Conservatorio di Palermo con la Laurea di II livello in Pianoforte Jazz. Chiudo gli ultimi lavori che ho da consegnare e preparo la valigia. Ho in programma un viaggio che mi terrà tre mesi fuori per fare delle esperienze lavorative nella città musicalmente più produttiva al mondo.
Questa bella intervista a Ciccio Leo ci lascia con una domanda e una curiosità: qual è la città della musica più produttiva al mondo?