Di mafia si può, anzi si deve parlare, anche in Chiesa, senza paure o remore. Lo si può fare anche presentando un libro che parla di mafia, della sua trasformazione o evoluzione dopo la stagione stragista e la morte o la prigionia dei suoi capi storici. E’ questo il pensiero di don Giuseppe D’Oriente, arciprete di Favara, che è intervenuto nella discussione e la forte presa di posizione dei cittadini di Favara, Siciliaonpress in primo piano unitamente all’on. Giovanni Di Caro, alla sindaca Anna Alba e altri esponenti del mondo della cultura e dell’imprenditoria, dopo l’esternazione del giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni, che proprio sull’importante ed autorevole quotidiano nazionale, con una sua nota ha parlato della mancata presentazione del suo libro “La mafia dopo le stragi” perche non c’era nessuno alla Farm, dove era in programma l’incontro, tirando conclusioni assolutamente errate.
“Sono pronto ad accogliere il giornalista Attilio Bolzoni nei locali dell’ Unità Pastorale del Centro storico Matrice- Transito- Carmelo, per la presentazione del suo libro – comunica l’arciprete – per la presentazione organizzata in precedenza e che non c’è stata, personalmente non mi è arrivata alcuna notizia, ci sarei andato volentieri. Per programmare e gestire il nuovo incontro – continua don Giuseppe – ho chiesto e ottenuto la collaborazione di Siciliaonpress, che indubbiamente rappresenta un sicuro punto di riferimento dell’informazione a Favara”.
Collaborazione che noi forniamo con piacere, mettendo in campo tutte le nostre risorse umane e i mezzi tecnici.
Don Giuseppe D’Oriente da sempre, nella sua azione pastorale a Favara, ha affrontato e si è confrontato su temi del vivere civile: acqua e rifiuti, povertà e sviluppo, imprenditoria ed emergenze del lavoro, ma anche di politica e pernchè no, di mafia. Ecco, la presentazione del libro di Attilio Bolzoni sarà un ulteriore momento di confronto, di discussione, di conoscenza della mafia dal punto di vista di un giornalista che, proprio per gli articoli scritti, la vive sulla proprioa pelle. L’incontro con Favara contribuirà sicuramente a far conoscere al giornalsista la città ed i suoi cittadini, e cambiare il giudizio espresso dopo il mancato (e non per colpa dei cittadni favaresi) incontro e confronto.